La Corte Costituzionale fa a pezzi la riforma degli appalti pubblici - Live Sicilia

La Corte Costituzionale fa a pezzi la riforma degli appalti pubblici

Dichiarata illegittima la normativa regionale sull'aggiudicazione dei lavori. Cracolici chiede dimissioni.

Illegittima pare della legge regionale sugli appalti. Così ha deciso la Corte Costituzionale. Una bocciatura per la riforma siciliana che subito viene commentata dal deputato regionale del Pd Antonello Cracolici: “La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la legge regionale sugli appalti. Mi auguro che colui che dai banchi del governo regionale ha gettato nel caos la Sicilia creando un grave danno alle imprese ed al funzionamento della pubblica amministrazione, rassegni le dimissioni”.

Le ragioni della decisione

Si tratta della legge regionale votata nell’estate del 2019 dall’Ars. Era un collegato alla finanziaria, la cui approvazione fu salutata con entusiasmo dal governo Musumeci. La Corte costituzionale ha dichiarato illegittimi i primi due commi dell’articolo 4, una parte fondamentale che normava il processo di aggiudicazione dei lavori pubblici in Sicilia, e l’articolo 13, che prorogava i contratti di affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale. Erano queste le parti che erano state oggetto di impugnativa. Si dovranno quindi applicare in Sicilia le norme nazionali del 2016. Il governo centrale aveva impugnato le norme perché eccedevano dalle competenze regionali. Una tesi accolta dalla Consulta che ha ritenuto la riforma siciliana eccedente la “competenza esclusiva statale la materia della tutela della concorrenza”. “In aula – spiega Cracolici – avevo sottolineato che sul sistema di aggiudicazione degli appalti la Regione non aveva alcuna competenza per intervenire perché riguardava la materia della concorrenza, e per questo doveva attenersi alla legislazione statale”.

Pd: “Ennesimo flop governo”

“La pronuncia della Corte costituzionale sugli appalti non ci sorprende per nulla. La solita leggina in salsa siciliana è stata bocciata nettamente dal giudice del leggi. E’ l’ennesimo flop del governo Musumeci che, senza scrupoli, pensava di lucrare il voto di qualche piccolo imprenditore edile”. Lo dichiara il segretario regionale del Partito Democratico della Sicilia, Anthony Barbagallo.

Falcone: “Valeva la pena”

“Prendiamo atto della sentenza della Corte Costituzionale che ricolloca la competenza nella disciplina dei pubblici appalti in capo allo Stato. Sapevamo, quando abbiamo avviato il contenzioso, che il giudizio aveva margini stretti, ma valeva la pena farlo per il merito della questione, nonché nel rispetto dello spirito dello Statuto siciliano. In questo anno e mezzo, la norma voluta da tutte le Associazioni datoriali ha comunque sortito il positivo effetto di comprimere i ribassi praticati dalle imprese. Questo ha portato al beneficio di lavori aggiudicati con un ragionevole utile di impresa, scongiurando il rischio che offerte troppo al limite potessero incidere sulla qualità delle opere. Altro elemento essenziale: sono state espletate circa duecento gare con un contenzioso ridotto praticamente a zero. Qualcuno, prima di commentare, dovrebbe studiare o comunque approfondire meglio l’argomento. Il Governo Musumeci, come naturale, darà applicazione al dettato della Corte”. Lo afferma l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI