La cosca di Partinico alla sbarra

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06 Febbraio 2012, 19:26

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E’ cominciato stamane, di fronte ai giudici della terza sezione penale, il processo alla famiglia mafiosa di Partinico. Il procedimento scaturisce dall’operazione denominata “The end”, scattata nel novembre 2010, che ha portato in manette 23 fra boss e gregari. Fra questi anche Giovanni e Leonardo Vitale, rispettivamente classe ’82 e ’86, secondo le indagini le redini della famiglia sarebbero state nelle loro mani.

Al centro del processo, che si trova alle sue battute iniziali, un vasto giro di estorsioni perpretate anche con l’imposizione delle forniture nell’edilizia a prezzo maggiorato. Numerosi gli atti di intimidazione con incendio di auto e case, ma anche di rimesse per barche come accaduto a Balestrate alla Megauto srl di Alfonso Scalici che non si sarebbe piegato al volere dei Vitale.

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Fra le vicende oggetto del processo anche la contesa fra due degli arrestati, Rosario Lunetto e Salvatore Cataldo, per la gestione del bar all’interno del centro commerciale “Poseidon”. I due avrebbero coinvolto nella loro lite rappresentanti delle famiglie di Partinico e Cinisi.

L’udienza che ha visto la costituzione delle parti è stata vivacizzata dalle dichiarazioni spontanee di Alessandro Arcabascio che, dal banco degli imputati, ha parlato del sospetto a proposito del suo stesso avvocato, notato a colloquiare con Andrea Impastato che, in questo procedimento, è fra le parti offese ma che è stato arrestato dalla Dia nell’ambito delle indagini sui lavori per la metropolitana di Palermo. C’è stato clamore, anche se l’avvocato in questione aveva già rinunciato al suo mandato, tanto che un suo collega ha chiesto la trasmissione degli atti all’ordine degli avvocati. Una richiesta che non ha avuto seguito. Il processo è stato aggiornato al prossimo 20 febbraio.

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06 Febbraio 2012, 19:26

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