13 Maggio 2012, 14:00
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“Costruzione abusiva -sequestrata”. Un cartello bianco e fil di ferro piombato hanno fermato, almeno per adesso, l’ultima edificazione del gruppo Virlinzi proprio alle spalle del tribunale di Catania. Due piani di un edificio monumentale, rifinito con pietra bianca intagliata ad angolo tra via Ruggero Settimo e via Pisa, stavano per essere completamente “demoliti e ricostruiti”. E’ il metodo catanese per eseguire una ristrutturazione già noto all’Acquamarcia di Francesco Bellavista Caltagirone che nel 2009 ha ultimato -e subito è stato sequestrato- il grande palazzone che ha preso il posto del vecchio mulino Santa Lucia.
Gruppi imprenditoriali differenti, stesso metodo sembrerebbe. Si inizia con la volontà di fare una ristrutturazione, poi la ristrutturazione comporta l’adeguamento sismico e le cubature dei parcheggi sotterranei, quindi i premi di cubatura che, pallottoliere alla mano, crescono a vista d’occhio anche in pieno centro storico dove, qualche anno addietro, secondo le denunce dei residenti assistiti dall’Avv. Santi Distefano, l’ex sovrintendente Gesualdo Campo avrebbe eliminato i vincoli. E nella lievitazione delle cubature sarà la magistratura a dire se un palazzo storico può passare dai 7 ai 20 metri grazie a carte bollate e lavori di “adeguamento”. MIracolo o semplicemente reato?
Nero su bianco, gli abitanti del quartiere hanno depositato un esposto dettagliato che ha fatto attivare la magistratura delegando le indagini alla polizia municipale. L’impresa si chiama Ruggero Settimo Srl e fa riferimento direttamente ad Oreste Virlinzi, fratello di Ennio, rappresentante legale dell’impresa che sta realizzando il centro commerciale in piazza Europa grazie ai poteri antitraffico dell’ufficio speciale di Umberto Scapagnini.
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13 Maggio 2012, 14:00