13 Dicembre 2016, 16:01
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PALERMO – Lo choc per il momento negativo del Palermo calcio è il leit motiv della settimana nel capoluogo siciliano. Non c’è bar, sala da barba o altro ambiente di lavoro in cui il Palermo e le sue nove sconfitte di fila non sono l’argomento più in voga in questo momento di crisi senza precedenti. Ieri abbiamo lanciato la provocazione di cambiare nome al club di Zamparini, oggi abbiamo chiesto un parere sul momento nero della squadra di Corini a dei tifosi palermitani doc, esponenti di associazioni di categoria o del mondo delle professioni. A loro abbiamo chiesto un parere su una delle fasi più nere della storia del club di viale del Fante.
Fabio Sanfratello, presidente di Ance Palermo, non usa mezzi termini. Una stagione che potrebbe segnare, a suo parere, la fine dell’amore tra Zamparini e la piazza: “Questa è una storia annunciata, forse sarebbe stato meglio non salvarsi e ripartire dalla B. Leggevo addirittura sui giornali ieri mattina la possibilità di un addio già da parte di Corini, ma bisogna dire che ormai le persone che lasciano Palermo non lo fanno perchè defenestrate da Zamparini, ma vanno via praticamente da sole. La storia è ormai già fatta, ovviamente non possiamo dimenticare quanto ha fatto Zamparini negli anni passati, sarebbe da persone poco corrette, anche perchè quando ha preso in mano il Palermo la situazione del club era difficile. Ora posso solo suggerire a Zamparini di fare le valigie e lasciare il Palermo. Domenica contro il Chievo lo stadio era pieno anche per per via del ritorno di Corini, il pubblico ha fatto di tutto fino a domenica, non c’è nulla che si possa rimproverare alla gente di Palermo. Ora tocca a Zamparini fare un gesto d’amore, non mi aspetto che vengano fatti grandi colpi di mercato a gennaio. Possiamo solo prevedere la retrocessione, e in questo senso mi auguro che avvenga il lancio di alcuni giovani della Primavera”.
Meno drastico Alessandro Albanese. Secondo il presidente di Confindustria Palermo, infatti, la “rabbia” nei confronti di Zamparini deve trasformarsi in un mezzo per indurre il patron a fare meglio, e non a passare la mano: “Devo dire una cosa: noi non abbiamo mai visto bel calcio, se non da quando c’è Zamparini. Che effettivamente questa situazione stia un po’ degenerando è vero, però dobbiamo tener conto del fatto che abbiamo visto grandi campioni passare da Palermo ora in giro per il mondo. Siamo stati ai vertici della classifica, abbiamo visto un Palermo giocare benissimo. Da anni stentiamo, ma va da sè che il patron sia un po’ stanco. Io spererei che abbia ancora la voglia di portare avanti la squadra, perchè l’altra faccia della medaglia consiste nel trovare un’altra persona come Zamparini, che investa nel calcio, abbia conoscenza di questo mondo e voglia impegnarsi. Non penso che ci sia un mecenate locale o comunque una persona che voglia spendersi nel calcio in questo modo, conosciamo la situazione economica generale in Sicilia, ben venga questa provocazione e spero che spinga Zamparini a continuare ad impegnarsi per la squadra”.
La delusione da tifoso ha indotto Natale Giunta a smettere di seguire il calcio con la passione e il trasporto di un tempo. Il noto chef palermitano crede comunque che alla base del fallimento che finora sta avendo luogo, ci sia soprattutto la componente tecnica, ovvero la rosa costruita proprio da Zamparini: “In effetti Zamparini in questi ultimi anni sta distruggendo quanto di buono ha creato, ha portato il Palermo in serie A e ora temiamo che lo possa portare in condizioni peggiori rispetto alla serie B. Questo è un momento in cui mi sono messo da parte, non seguo tanto il calcio ultimamente. Ho visto tanta euforia al momento del ritorno di Corini, ma io credo che non ci voglia Corini per salvare la squadra, c’è bisogno di un vero e proprio miracolo. Non ci sono giocatori di livello e all’altezza della serie A, diciamo che l’allenatore da solo non può fare chissà quanto. È inutile continuare a cambiare allenatori, ci vogliono elementi degni di giocare in questa categoria”.
Pietro Alosi, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Palermo, vive le partite da tifoso rosanero ma al tempo stesso non perde la lucidità necessaria per ammettere che il club di viale del Fante sta vivendo di certo una fase drammatica della sua storia recente: “Certamente Zamparini ha il merito di aver preso il Palermo in una situazione precaria e difficile, e aver dato lustro all’attività sportiva della città. Oggi però, nonostante i suoi meriti vadano riconosciuti, purtroppo da almeno un paio d’anni sembra che non ci sia più interesse da parte sua nello sviluppare le sue attività. Sia perchè da tempo ormai c’è la prospettiva di vendere la squadra, con tutte le difficoltà che ne comporta, sia perchè non ha più investito sulla squadra. Agli inizi ci ha messo tanto del suo, ma secondo me nel tempo ha ripreso almeno parte di quanto ha investito. Ancora oggi, pur rendendomi conto che è difficile fare il miracolo della salvezza, vivo le partite con tensione e nervosismo, anche perchè vedo che manca la determinazione nei giocatori. Forse con alcuni giovani della Primavera in campo si vedrebbe un po’ di spirito in più, anche perchè in alcuni giocatori ci sono evidenti limiti tecnici, perciò non ci si può accanire con loro”.
Non sono mancati i tifosi che hanno persino invocato l’aiuto dei santi, mischiando il sacro con il profano, per la salvezza del Palermo. Noi ci siamo rivolti a Don Gaetano Ceravolo, reggente del Santuario di Santa Rosalia a Monte Pellegrino, per chiedergli un parere: “Il Palermo ha bisogno di maggiore grinta, i calciatori mi sembrano scarichi, dovrebbero mordere il pallone già prima di riceverlo sui piedi. Non ci si deve arrendere, nonostante le difficoltà. E anche i tifosi devono continuare a fare la loro parte, senza arrendersi. Uniti, tutti insieme, si può compiere l’impresa. Non bisogna mollare proprio adesso”.
Anche alcuni esponenti della sfera politica non sembrano apprezzare più di tanto l’operato di Zamparini nelle ultime stagioni. Ne abbiamo parlato con l’ex deputato regionale del Pd Fabrizio Ferrandelli: “Io credo che ci sia un tempo per ogni cosa. C’è stato un tempo in cui Zamparini ha fatto grande anche la squadra, seguendo anche i suoi interessi economici. Ora siamo in un’altra fase della sua vita, e tutto questo ha delle ripercussioni evidenti sulla squadra. I palermitani tengono molto alla propria squadra, sono contenti di vedere una squadra in A e ora si sentono umiliati dalle continue sconfitte. Forse il tempo di Zamparini in questa città si è concluso, noto una grande rottura di feeling tra i tifosi e la proprietà. Nella vita si può anche ammettere che ci sono dei cambiamenti, si può anche lasciare un buon ricordo e passare la mano ad altri e a chi vuol fare svettare nuovamente i colori della squadra. Io punto sempre al meglio, penso che nella vita bisogna sempre migliorare e aggiustare il tiro quando le cose non vanno. C’è la necessità che la proprietà della squadra faccia investimenti, ma se vediamo continui cambi di panchina che destabilizzano in primis i giocatori e una campagna acquisti decifitaria, forse è meglio farsi da parte”.
Eppure c’è chi, tra i nostri intervistati, sostiene che non si possa avere alcuna remora nei confronti di Maurizio Zamparini. Tony Sperandeo, noto attore nato nel capoluogo siciliano, crede che all’attuale patron del Palermo si possa solo dire grazie: “Sono molto addolorato per il momento vissuto, ma sono zampariniano di ferro. Il presidente ci tiene da anni in serie A, in questo momento ci sono problemi evidenti e sarebbe inutile negarli. Sinceramente ritengo che Zamparini si sia stufato di una città che rema contro e credo stia cercando di vendere. Ai tifosi che sanno solamente criticare ricordo gli anni della C2, della C1 e della B, ricordo il fallimento e i 31 anni senza serie A. Secondo me bisogna concedere un’altra chance al patron, magari dimostrandogli vicinanza. A gennaio si potrebbe recuperare con un ottimo mercato, le possibilità ci sono tutte. Al Palermo ho dedicato un inno, è la mia passione e vedere un patrimonio così importante ridotto a recitare il ruolo di Cenerentola del torneo mi fa davvero male. Cambiare il nome alla squadra? Non esiste, sarebbe un’esagerazione che toglierebbe a Palermo il piacere di avere il proprio nome nella squadra che la rappresenta nel calcio”.
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