21 Luglio 2015, 16:25
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CATANIA – In alcuni casi le pene inflitte dal Giudice Flavia Panzano hanno superato quelle richieste dai pm. Si chiude con una raffica di condanne per i 34 imputati il processo, nello stralcio del rito abbreviato, scaturito dalla maxi inchiesta Ghost che nel 2014 smantella un’organizzazione specializzata in traffico di droga a San Cristoforo e al Villaggio Sant’Agata con a capo Daniele Nizza e Rosario Lombardo, detto u Russu. Per i due i Gip ha comminato una pena di reclusione a venti anni, per il rampollo della famiglia Nizza la condanna è stata rideterminata in 28 anni tenendo in considerazione le altre sentenze nei suoi confronti. In totale per i 34 imputati le condanne superano i tre secoli di carcere.
Cocaina, marijuana e hashish: le vie Villa Scabrosa, Stella Polare, Playa, Del Principe, Alogna e Zia Lisa erano il punto di riferimento dei “consumatori” catanesi tra il 2009 e 2011. Tre piazze di spaccio nel pieno potere del clan Santapaola con una gestione meticolosa di tipo manageriale. “U Russu” a capo del Villaggio era solito pianificare durante un “breafing” con i pusher e le vedette l’organizzazione dei turni di “vendita”. Lombardo aveva anche pensato a un’espediente per evitare le perdite dovute ai blitz della polizia: i centri di stoccaggio dello stupefacente erano distanti dai luoghi dello spaccio. Una strategia pero che non ha dato i risultati sperati: la Squadra Mobile opera molti sequestri e arresti in flagranza durante le indagini coordinate dai pm Rocco Liguori e Jole Boscarino. Gli agenti della Narcotici fecero irruzione in due abitazioni in via Osservatorio e in via Fossa della Creta. Cocaina (tra cui ovuli) e una mitraglietta Skorpion portarono all’arresto di Antonino Marletta. A casa della madre, Giovanna La Mattina, condannata a dieci anni di reclusione, i poliziotti scovarono mezzo chilo di erba. Era il 2010. Lo scorso anno durante il blitz fu trovato, sempre a casa di La Mattina, un altro “signifativo” quantitativo di marijuana.
Non solo spaccio di droga. L‘inchiesta rivela anche un florido giro di estorsioni e di infiltrazioni, attraverso intestazioni fittizie, in diverse attività commerciali del settore edile. Al vertice di questo sistema ci sarebbe Benedetto Cocimano, condannato a tredici anni. Lo storico reggente dei Santapaola – si parla di lui anche nel processo sull’omicidio di Gino Ilardo ucciso nel 1996 – avrebbe cercato di depistare le indagini della polizia, diventando quasi “invisibile”. Da qui il nome dell’inchiesta: ghost, fantasma in inglese. Non usava il cellulare, non dormiva nella stessa casa e gli appuntamenti erano sempre di persona. Ma in piazza Cutelli dove avvengono importanti incontri tra “capi” ci sono le telecamere piazzate dalla Squadra Mobile che registrano tutto. Nel 2011 Benedetto Cocimano finisce in manette con l’accusa di estorsione. Condanna a quattro anni per Davide Seminara: Il luogotenente dei Nizza da qualche mese è diventato collaboratore di giustizia, al suo pentimento è seguito quello di Fabrizio Nizza, il signore di Librino.
LE CONDANNE – Massimiliano Alessi, dodici anni e dieci mesi e 9 mila euro di multa, Francesco Belviso, quattordici anni e sei mesi, Giuseppe Boncaldo, quindici anni e quattro mesi, Giuseppe Valentino Caltabiano, dieci anni e otto mesi, Concetto Caratozzolo, due anni e quattro mesi, Giovanni Catalano, quindici anni e quattro mesi, Ignazio Cavallaro, un anno e 1000 euro (disposta l’immediata scarcerazione), Benedetto Cocimano, tredici anni e 4.200 euro di multa, Marcel Diaccioli, dodici anni e otto mesi, Giuseppe Felice, quattro anni e otto mesi, Jonathan Fichera, dieci anni, Giovanna La Mattina, dieci anni, Davide Licciardello, quattordici anni e due mesi, Rosario Lombardo, venti anni, Orazio Mantello, quattordici anni, Antonino Marletta, quindici anni e quattro mesi, Cesare Marletta, sei anni e otto mesi, Antonino Mascali, dieci anni e dieci mesi, Carmelo Migliorino, dieci anni, Giuseppe Migliorino, due anni e sei mesi, Carmelo Motta, due anni e sei mesi, Daniele Nizza, ventotto anni (pena rideterminata complessiva ad altre sentenze), Salvatore Papale, otto anni e dieci mesi e 7 mila euro, Raimondo Santonocito, dodici anni e due mesi, Giuseppe Scaletta, sei anni e quattro mesi e 2 mila euro di multa, Salvatore Scavone, dodici anni e due mesi, Lorenzo Schillaci, undici anni e 8.200 euro di multa, Francesco Scuderi, quattro anni, Andrea Vitale, dieci anni.
Assolti Salvatore Bruno per non aver commesso il fatto, mentre Agata Caratazzolo, Concettina Palumbo e Salvatore Santoro sono stati assolti perchè il fatto non costituisce reato.
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21 Luglio 2015, 16:25