La denuncia dei cineasti:| “La mafia dietro le pellicole”

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19 Settembre 2013, 10:17

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PALERMO – La denuncia di tanti registi, attori e tecnici cinematografici siciliani è forte e chiara: “Da anni, in Sicilia, le produzioni cinematografiche devono sottostare alle ‘leggi’ di alcune famiglie mafiose”.

Queste parole sono riportate in una lettera, firmata soprattutto da tanta gente che lavora dietro le macchine da presa, ma anche da nomi noti come quelli di Leo Gullotta, Tony Sperandeo, Gigi Maria Burruano ed Ernesto Maria Ponte, ed indirizzata al presidente della Regione Rosario Crocetta, all’assessore al Turismo Michela Stancheris e al dirigente della Film commission Pietro di Miceli.

Le produzioni cinematografiche hanno ormai abbandonato la Sicilia – si legge nella lettera – ma nessuno ne parla. Una situazione che ha portato via il lavoro a centinaia di attori, tecnici e professionisti del settore”. Le produzioni, insomma, preferiscono altre regioni alla Sicilia, e nel frattempo le istituzioni “non sono nelle condizioni di garantire ai produttori né servizi né efficienza”. Attualmente, infatti, la Film commission finanzia le produzioni attraverso dei bandi che servono, però, “solo a complicare le cose”: per ottenere i contributi dall’assessorato si devono aspettare in media dai due ai tre anni. “Una lentezza burocratica – continua la lettera – che di certo non incoraggia ad investire nel settore”.

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E se l’appello per un intervento della Regione a favore del settore cinematografico è appena partito, e quindi in attesa di nuovi sostenitori (in tanti si stanno mobilitando), già da un mese e mezzo vanno avanti in commissione Antimafia all’Assemblea regionale le audizioni di dirigenti, professionisti e associazioni che operano nel mondo del cinema e che hanno denunciato il racket. I membri della commissione hanno ascoltato anche il dirigente generale del dipartimento del Turismo Alessandro Rais e, proprio oggi, il dirigente della Film commission Di Miceli.

“Queste audizioni – ha commentato il presidente dell’Antimafia regionale Nello Musumeci – sono state lunghe e molto utili: adesso verificheremo se continuare ad acquisire elementi o chiudere l’istruttoria”. E intanto, il vicepresidente della commissione Fabrizio Ferrandelli (Pd), si è associato all’appello firmato da esponenti del mondo del cinema e dello spettacolo siciliano. “Se è vero che la Sicilia è un ‘set naturale’, e per questo ha infinite potenzialità, è pur vero che le inchieste in cui il settore cinematografico dell’Isola è stato coinvolto non incentivano le produzioni. Bisogna dare garanzie – ha detto il parlamentare Pd – non solo a chi opera in Sicilia, ma anche a chi viene da fuori: solo così si potrà rilanciare il settore”.

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19 Settembre 2013, 10:17

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