La denuncia di Fo: |”La mafia minaccia Crocetta”

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06 Aprile 2013, 15:10

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PALERMO – A distanza di pochi giorni dalla lettera minatoria giunta alla Procura di Palermo, torna ad affrontare il tema Dario Fo. E a dare spazio al pensiero del premio Nobel è Beppe Grillo sul suo blog. Pubblicando un dialogo che anticipa il libro “Niente comici e froci al governo” in uscita nei prossimi giorni affrontano la questione Dario Fo e Giuseppina Manin. I due dibattono sulla lettera minatoria inviata ai giudici antimafia di Palermo, in cui si chiede esattamente questo: “niente comici e froci al governo”. Per Dario Fo i due oggetti della minaccia sono Beppe Grillo e Rosario Crocetta. “Il comico è evidentemente Grillo, non certo Berlusconi”, afferma Fo. Lo stesso premio Nobel poi aggiunge: “La missiva minatoria si riferisce ad un personaggio siciliano, rappresentante del Partito democratico, si chiama Rosario Crocetta, che ha assunto il ruolo di presidente della Regione Sicilia e che, oltre tutto, in compagnia e grazie alle sollecitazioni dei consiglieri eletti fra i Cinque Stelle sta ottenendo un successo mai raggiunto da nessun altra amministrazione nella storia d’Italia”. Fo dunque torna a parlare dell’attenzione che la mafia rivolge al Movimento cinque stelle. “Certo è straordinario che il successo elettorale dei grillini abbia addirittura mosso l’attenzione della mafia – scrive – . A parte il segnale deleterio di fondo che esprime: con un po’ di cinismo questa attenzione si può anche leggere come una manifestazione di stima”.

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Intanto in casa M5S continua a tenere banco il caso Currò. Il deputato protagonista dell’intervista alla Stampa pubblicata negli scorsi giorni, in cui parla della necessità del dialogo con il Pd non ha preso parte al summit svoltosi ieri alle porte di Roma, cui hanno partecipato i parlamentari ed il lider maximo Beppe Grillo. L’incontro si è svolto in un agriturismo vicino a Fiumicino, scovato dai cronisti dopo un lungo inseguimento per le strade della Capitale. A tentare di smontare il ‘caso Currò’ hanno contributo comunque lo stesso Grillo ed il capogruppo al Senato Vito Crimi. “Non mi aspettavo totale condivisione nel Movimento – afferma Grillo -. E’ legittimo che qualcuno la pensi in modo diverso, ma non siamo noi che ci stiamo dividendo, sono gli altri”. Toni più morbidi rispetto a quelli usati nel momento in cui una frangia dei senatori grillini votò Pietro Grasso alla presidenza del Senato. Un segnale di distensione insomma. Dall’altro anche Vito Crimi contribuisce a smorzare la polemica: “Currò non c’entra con l’incontro, che era programmato da 10 giorni. Il dibattito c’è, non ho mai detto che non c’è. Altrimenti ci sarebbe l’unanimità di 8 milioni di elettori”. Il deputato siciliano intanto parlerà oggi pomeriggio in una conferenza in programma nella sua Milazzo, al suo fianco ci saranno anche gli altri due deputati messinesi, Francesco D’Uva e Alessio Villarosa.

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06 Aprile 2013, 15:10

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