28 Luglio 2010, 12:59
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Davide Faraone, sulle nuove nomine nei cda lei ha parlato di lottizzazione politica. C’è il rischio che gli stessi meccanismi, in misura ridotta, si verifichino anche da parte del centrosinistra?
“Compito delle forze progressiste dovrebbe essere quello di costruire una alternativa a quel modello di politica”.
E le forze progressiste ci riescono?
“Non sempre. Alcuni miei colleghi alla Regione, per esempio, hanno ceduto alla tentazione di un paio di nomine di sottogoverno. In ogni caso a livello cittadino non ci sono dubbi, governa il centrodestra, la responsabilità è loro. Vede, tra la gente è passato il messaggio che chiunque governi finisca col riproporre gli stessi meccanismi. Se loro lottizzano, noi dobbiamo dare ai cittadini. Se loro tagliano i servizi, noi dobbiamo guardare al sociale e offrire il massimo ai cittadini”.
Cosa succederà con l’ingresso della nuova giunta?
“Probabilmente verrà aumentato il numero degli assessori e non saranno rispettate le quote rosa. Quello che succede, di fatto, è che vengono aumentati i posti da spartire e diminuisce il consenso di questa maggioranza. Con la nuova giunta e col nuovo asse Pdl lealista – Udc, conti alla mano si arriverà a 33 consiglieri all’opposizione degli uomini di Cammarata. Ci sarebbero quindi, non solo i numeri per riproporre la mozione di sfiducia, ma anche per approvarla. Il punto è capire la disponibilità dei consiglieri. Non si può dire che è tutto uno schifo e poi non votare la mozione di sfiducia per salvaguardare la poltrona”.
Quindi la presenterete di nuovo?
“È chiaro che l’asse Schifani – Romano che si propone oggi in giunta sarà lo stesso che domani si presenterà alle elezioni comunali, come alle regionali. È altrettanto chiaro che chi si porrà contro questa coalizione dovrà assumersi la responsabilità dell’opposizione. Io penso che la mozione di sfiducia andrebbe riproposta. Ma sono uno, bisogna vedere cosa decideranno gli altri 32 consiglieri”.
Davide Faraone da grande vuole fare il sindaco?
“Non rispondo neanche sotto tortura (sorride, ndr)”.
Ok, poniamola in questi termini: se lei sedesse al posto di Cammarata, da dove ripartirebbe per far rinascere Palermo?
“Per esempio sulle questioni aziendali abbiamo presentato una proposta di holding, che le accorpi riducendo i costi e migliorando notevolmente i servizi resi al cittadino. E poi bisognerebbe stravolgere il bilancio. Anche in assenza di nuovi fondi, si potrebbero tagliare tantissimi sprechi e trovare le risorse per i servizi. Altra cosa sulla quale punterei molto è il mare: Palermo conta 18 km di costa, dei quali soltanto un terzo è utilizzato. Il mare, al contrario, dovrebbe diventare il volano della città. E poi ci sono i fondi comunitari e quelli statali. Il Comune di Palermo è quello che ha utilizzato i fondi europei meno di tutti, perché manca la progettazione, perché si è innescato il meccanismo secondo il quale Cammarata fa il favore di far passare questo o quell’altro progetto. Palermo merita di più, i fondi europei dobbiamo tornare a meritarceli per la qualità dei nostri progetti. C’è tanto da lavorare, ma io sono convinto che siamo nelle condizioni di recuperare”.
Si candiderà alle primarie cittadine?
“Intanto sono convinto che le primarie ci debbano essere e le assicuro che questa affermazione non è per niente scontata nel mio partito. E poi è necessario lavorare a un progetto che vada al di là della somma dei partiti. Ma attenzione, non mettetemi in bocca parole che non ho detto, non mi riferisco a chissà quali alleanze o apparentamenti. Parlo della società civile, dell’associazionismo. In città ci sono decine e decine di associazioni che operano tra la gente, che non hanno mai avuto rapporti con questo o quel partito e che possono diventare degli interlocutori privilegiati. Io sto lavorando in questa direzione”.
Daverio “approfittatore” – visti i suoi giudizi trancianti – o capro espiatorio?
“Capro espiatorio. Nelle mie dichiarazioni ho parlato delle modalità con cui in città vengono distribuite le risorse pubbliche, sia nella cultura che nel sociale. Il fatto che non esistano regole agevola la dinamica del favore. Io ho attaccato Cammarata e Daverio in merito al Festino perché una manifestazione di quel tipo non si organizza in dieci giorni coi manifesti in città. Ci si pensa un anno prima e i manifesti si fanno affiggere nelle capitali d’Europa”.
Ultima domanda: che si dice in casa Pd?
“(sorride, ndr) Non entro tanto spesso in quella casa per poterlo dire”.
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28 Luglio 2010, 12:59