15 Aprile 2010, 12:54
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Cuffaro non può essere processato perché già giudicato per gli stessi fatti. E’ in sintesi l’eccezione sollevata dai legali dell’ex governatore siciliano che hanno chiesto al gup, che celebra il giudizio abbreviato a carico del senatore Udc, di dichiarare il non doversi procedere per il principio del ne bis in idem. In un lungo intervento gli avvocati Nino Mormino, Oreste Dominioni e Nino Caleca, hanno sostenuto che le contestazioni fatte a Cuffaro, imputato di concorso in associazione mafiosa, sono la fotocopia di quelle sollevate nel processo per favoreggiamento aggravato conclusosi con la condanna del politico a 7 anni in appello. Dura l’opposizione dei pm Nino Di Matteo e Francesco del Bene che hanno sostenuto che le accuse mosse all’ex governatore nel giudizio attuale “riguardano un periodo ben piu” esteso e fatti ulteriori rispetto al primo processo. “Qui – ha detto Di Matteo – c’é in discussione l’esistenza di un patto elettorale-politico-mafioso che si dispiega in un lasso di tempo che va dagli anni 90 a dopo l’elezione a governatore di Cuffaro. Nel primo processo si discuteva solo di due episodi di favoreggiamento relativi al 2001 e al 2003”. Il gup Vittorio Anania si è riservato di decidere sull’eccezione il 29 aprile, data di rinvio dell’udienza.
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15 Aprile 2010, 12:54