11 Dicembre 2012, 20:02
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CATANIA – “Ho compiuto una lunga invettiva contro il metodo della Procura della Repubblica che continua ad insistere su un’ipotesi di accusa basata solo sulle personalissime sensazioni dei magistrati che hanno indagato sul caso”. È il commento di Enrico Trantino difensore di Vincenzo Morici, il primario del reparto di Chirurgia generale dell’ospedale di Taormina accusato dell’omicidio della moglie, Antonella Falcidia. Il legale ha chiesto ai giudici della Corte d’assise e d’appello di confermare l’assoluzione del primo grado per il suo assistito. Ha inoltre contrastato le ipotesi indiziarie sulle quali si fonda il processo sottolineando un’incongruenza, quella tra l’ora della morte della professoressa e quella del rientro a Catania del marito da Nicosia (Enna), dove lavorava, rilevando quanto emerso dalla perizia del Ris che comparò l’impronta di una scarpa trovata nell’appartamento dove fu compiuto il delitto e quella dell’imputato.
Secondo la perizia l’orma, lasciata da una calzatura Adidas “Stan Smith”, sarebbe di taglia più grande rispetto a quella di Morici. Trantino ha poi parlato di una ciocca di capelli biondi ritrovata tra le mani della vittima, che apparterrebbe ad una donna e, secondo la perizia dei Ris, non è escluso siano della stessa vittima. Per Morici il procuratore generale Domenico Platania aveva chiesto la condanna a trent’anni. L’udienza per il proseguimento del processo di secondo grado è stata rinviata al 30 gennaio.
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11 Dicembre 2012, 20:02