La dignità del malato | che nessuno soccorre

di

23 Novembre 2010, 07:42

2 min di lettura

Non ci sarà dignità nella sanità siciliana, fino a quando un malato d’ospedale resterà a macerarsi di notte nella sua urina, attendendo un soccorso che non arriva mai. E’ una storia vera, forse minima, però significativa. Riguarda il dramma di ogni persona ricoverata, il rapporto con un corpo devastato, talvolta indisponibile. La mente è lucida. I sentimenti non sono cambiati. Ma le gambe non obbediscono più. Ma il cuore di sera batte all’impazzata quando i volti cari svaniscono alla chiusura del reparto. E’ l’immane compito della sofferenza in corsia. Sei solo. Davanti a te c’è tutta la notte e sai già che la passerai con una corona di spine.

Staresti meno peggio se ti sentissi a casa. Se gli uomini e le donne che rimangono a vegliarti avessero un briciolo della premura dei figli, della moglie, dei parenti. A mezzanotte ti fai la pipì addosso. La centralina che presiede a riflessi e inibizioni non la controlli più. Sei stanco. Non puoi alzarti. Il giorno è trascorso in una galleria dell’orrore di esami e paura. Sei grave. E sei vecchio. Almeno vorresti riposare al caldo, non nell’umido della tua stessa urina.

Articoli Correlati

Suoni il campanello una volta. Niente. Ti hanno detto: suoni il campanello se ha bisogno. E dove sono adesso? Suoni ancora, ancora, ancora, ancora. E’ evidente che non viene nessuno. La mano si posa accanto al fianco, rassegnata. Resti fino all’alba ad occhi aperti. Alle sette e mezza, i misericordiosi lasciano entrare un parente col pannolone. E’ lui che ti cambia. E’ l’ipocrisia degli ospedali siciliani. L’infermiere c’è, ma spesso fino a un certo punto. All’igiene corporale devi pensarci tu, o qualcuno degli stretti. Altrimenti ti arrangi.

Non ci sarà dignità nella sanità siciliana, fino a quando un malato verrà trattato come una cosa poggiata, non come una persona.
Questa è una storia vera. Omettiamo nomi e circostanze, perché il primario del reparto ci ha promesso che cambierà tutto, che vigilerà. E noi speriamo che cambi davvero. E in fretta.

Pubblicato il

23 Novembre 2010, 07:42

Condividi sui social