Il ‘Giardino della civiltà’| tra degrado ed emergenza

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12 Febbraio 2013, 21:16

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PALERMO – “Terrificante”. Con questo aggettivo l’assessore all’Ambiente del Comune di Palermo, Giuseppe Barbera, descrive la situazione del ‘Giardino della civiltà’, la piazza di San Filippo Neri che proprio il sindaco Leoluca Orlando anni fa aveva ribattezzato così e che adesso ‘ospita’ un’enorme discarica abusiva. Una “collinetta”, come la definisce Barbera, composta da tonnellate di rifiuti ingombranti, carcasse di veicoli e amianto.

Proprio la presenza di eternit ha reso la situazione emergenziale perché il Comune in questo momento non ha una ditta per la raccolta né può occuparsene l’Amia trattandosi di rifiuto pericoloso. La Ecos, la ditta che fino a settembre si occupava dell’amianto, infatti, è risultata inadempiente e Palazzo delle Aquile ha ottenuto la risoluzione del contratto. Adesso, per una serie di beghe burocratiche, prima che il servizio possa essere assegnato ad un’altra azienda passeranno almeno uno o due mesi.

Oggi Barbera ha effettuato un sopralluogo tecnico con il presidente della Quinta Commissione consiliare, Fausto Torta, e con il dirigente di Ville e giardini Domenico Musacchia. “Pure mentre eravamo lì continuavano a scaricare rifiuti – racconta Barbera –. Serve un’operazione molto grossa da un punto di vista economico. Più in generale, lo Zen ha bisogno di un piano complessivo che non si limiti al solo ‘Giardino della civiltà’. C’è una grande confusione sulla proprietà delle aree: pubbliche, Iacp, private. Mi impegno a mettere in atto un piano per il quartiere”.

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A complicare il tutto concorre un inghippo urbanistico. “Il ‘Giardino della civiltà’ si trova in carico non a Ville e Giardini ma alla Pubblica istruzione, perché per quell’area esiste il progetto di realizzazione di un asilo nido”, spiega il consigliere Torta. “Possiamo risolvere la cosa o progettando una variante al Piano regolatore generale specifica per il giardino, convertendolo da verde scolastico a verde pubblico; oppure realizzando l’asilo nido. Una soluzione quest’ultima che tuttavia non garantisce tempi brevi. Tra l’altro la soluzione del giardino pubblico sarebbe molto gradita ai residenti, in tanti si sono proposti di vigilare in prima persona sulla sua salvaguardia”.

Ma com’è possibile che un’area conosciuta come giardino fosse in realtà adibita alla costruzione di un edificio? “Il progetto dell’asilo risale a 15-20 anni fa e non se n’è mai fatto niente. Io stesso, nella volontà di non abbandonare quest’area al suo destino, avevo promosso la sua definizione a giardino. La soluzione sembrava ottimale. Solo in seguito, risalendo a ritroso fra le carte comunali abbiamo scoperto il progetto originario”.

Resta da capire come agire nell’immediato in attesa che una nuova azienda si incarichi dell’amianto. Torta suggerisce di dichiarare lo stato di pericolo per la salute, di recintare l’area e di organizzare un sistema di vigilanza “ma senza videocamere, dato che quelle dell’Amia le hanno già distrutte”. L’assessore propende maggiormente per quest’ultima ipotesi e chiederà a breve l’invio di una pattuglia al comandante della Polizia Municipale. E ci sono pure i consiglieri di Circoscrizione che si propongono come “guardiani e controllori” delle aree verdi.

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12 Febbraio 2013, 21:16

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