11 Luglio 2013, 18:52
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PALERMO – “L’arresto di quelli che sono ritenuti gli esecutori materiali dell’omicidio dell’avvocato Fragalà non può che essere un primo,importante ma non definitivo passo per l’accertamento della verità su chi e per quale reale motivo ebbe a deciderne la morte”. E’ quanto scrivono in una nota i familiari del legale ucciso a Palermo tre anni fa.
“La presenza, tra gli esecutori, di uomini legati alla criminalità mafiosa ed a suoi elementi di spicco, non può che dare conferma dell’interesse e della volontà delle famiglie mafiose alla eliminazione di un avvocato, come Enzo Fragalà, per motivi che possono, solo, ricollegarsi alla lodevole, corretta e leale difesa degli interessi dei propri assistiti”, recita la nota, in cui Silvana, Massimiliano e Marzia Fragalà, comunque, ringraziano i carabinieri.
La famiglia Fragalà, inoltre, “manifesta la propria più ferma disapprovazione per il tentativo di ascrivere ad un ‘basso e squallido’ movente passionale, quale quello riferito dalla Monica Vitale, la causa della barbara uccisione”. Tutto ciò “senza una più adeguata valutazione di come una simile insinuazione possa essere stata, ad arte, diffusa dagli stessi ambienti mafiosi che ne avevano decretato l’esecuzione con il duplice scopo di gettare discredito sulla figura di un avvocato che della correttezza, della professionalità e degli alti valori ed ideali aveva fatto la propria bandiera e, dall’altro, creare consenso che potesse giustificarne la uccisione stessa”.
I Fragalà, dunque, confidano “che l’incessante lavoro investigativo dell’arma dei carabinieri ed il più proficuo coordinamento che non mancherà di offrire la Procura della Repubblica di Palermo, possa al più presto dare un volto ai mandanti del barbaro omicidio e fugare ogni dubbio sul reale movente che lo ha determinato”.
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11 Luglio 2013, 18:52