02 Gennaio 2017, 18:22
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PALERMO – Il rischio di tornare a quello che sembrava un ricordo archiviato, l’acqua razionata a Palermo, è concreto. Il Comune ha chiesto di rimandare di qualche giorno per permettere alla cittadinanza di organizzarsi. E il rinvio è stato concordato, a data da destinarsi. Ma se non si rimetterà a piovere in tempi brevi, il copione dimenticato dei rubinetti a secco tornerà a ripetersi in città dopo molti anni. La turnazione quando partirà interesserà a giorni alterni un’ampia parte della città. Sul sito dell’Amap le mappe e le tabelle indicano già quali (QUI IL LINK).
Tre sono le concause che hanno determinato il problema, come lo stesso sindaco Leoluca Orlando ha riassunto. E una delle tre è una storia in qualche modo emblematica. È la storia di una frana e di sette anni di nulla, in cui per i consueti balletti di competenze burocratiche si è rimasti fermi a contemplare uno spreco che grida vendetta al celo. Malgrado in tanti, cassandre inascoltate, avessero denunciato il problema.
Poca acqua negli invasi
Nell’incontro che si è svolto nei giorni scorsi all’assessorato regionale dell’Energia, su iniziativa dell’assessore regionale Vania Contrafatto, coi rappresentanti degli enti interessati, si è preso atto della insufficienza di risorse disponibili negli invasi ed è stata programmata una riduzione del prelievo d’acqua con una conseguente riduzione dell’acqua che sarà immessa nelle reti. In tutte le città interessate si procederà quindi alla introduzione della turnazione o ad un inasprimento della turnazione già in atto. Oggi il sindaco Orlando ha chiesto e ottenuto di rivedere i tempi di attuazione della turnazione idrica per la città di Palermo.
Lo stesso sindaco, come aveva già fatto la presidentessa di Amap Maria Prestigiacomo ha parlato di una situazione eccezionale, dovuta alla concomitanza di tre fattori “tutti indipendenti dall’azione dell’Amap e del Comune”: la siccità, la riduzione della capacità della diga Rosamarina decisa dal Servizio nazionale dighe per motivi di sicurezza e l’impossibilità di utilizzo dell’invaso di Scillato per i problemi causati alle condutture da alcune frane’.
La frana dimenticata
Se il primo dei problemi, la siccità, è colpa di Giove pluvio e rientra nell’indimenticato trittico delle piaghe palermitane individuate dallo zio di Johnny Stecchino, e il secondo (la riduzione della capienza degli invasi tra cui Rosamarina per ragioni di sicurezza) è arrivato un po’ a sorpresa, ma in realtà neanche tanto (parliamo di un anno), il terzo è una storia emblematica di come si arriva alla tempesta perfetta.
È la storia della condotta di Scillato, quella che porta a Palermo un’acqua purissima. E che fu danneggiata da una frana nel 2009 e poi nel 2013. In sette anni il problema non si è riuscito a risolvere. Tanti interventi tampone, ma non una soluzione definitiva.
Il progetto era gestito da Aps, la società di gestione delle acque poi fallita. Gli anni sono passati senza che se ne venisse a capo. “Amap aveva scritto alla Regione chiedendo di finanziare l’intervento – racconta il vicesindaco Emilio Arcuri -. Poi ci è stato chiesto un cofinanziamento, e Amap si è impegnata per un milione, su un totale di meno di cinque milioni. Queste somme non sono più state finanziate, l’Amap ha redatto un progetto ed è pronta a finanziare integralmente l’opera, cercando di andare in gara al più presto”. L’assessore regionale Vania Contrafatto dice che i soldi per Scillato ci sono eccome: “Sono nel Patto per il Sud, tre milioni e ottocentomila euro. E ci sono anche 42 milioni per le altre dighe”.
Insomma, dopo anni di blocco totale e di rimpalli di competenze, di soldi previsti e non disponibili, ora tutti sono prontissimi. “Il Comune e l’Amap, vista l’impossibilità per la Regione di approntare le necessarie risorse per i lavori – dice adesso Orlando -, sono pronti a farsi interamente carico della spesa e sono anzi in avanzata fase progettuale, pur non essendo proprietari degli impianti. Vogliamo però poter agire in fretta perché non è più tollerabile che milioni di litri d’acqua vengano persi mentre la città deve affrontare una situazione di emergenza”.
E dire che lo stallo legato alla frana di Scillato è stato più volte segnalato negli anni, da articoli di stampa, interrogazioni e appelli di politici. Come il consigliere comunale del Pd Sandro Leonardi, che un paio d’ani fa segnalava: “A causa di una frana avvenuta cinque anni fa, ogni giorno a Scillato buttiamo a mare 700 litri di acqua ‘minerale’ al secondo, spendendo invece milioni di euro per far arrivare a Palermo l’acqua dalla diga Rosamarina”. Sì, perché per supplire al mancato arrivo dell’acqua di grande qualità di Scillato, si è attinto parecchio da Rosamarina: “Abbiamo calcolato che non riparare il guasto, e utilizzare la diga Rosamarina per far arrivare l’acqua a Palermo, è costato sino a oggi ai palermitani qualcosa come 15 milioni di euro, di cui gran parte per l’energia elettrica”, diceva Leonardi. E ancora nel maggio dell’anno scorso il consigliere comunale di Forza Italia Angelo Figuccia richiamava l’attenzione sulla frana di Scillato, che si andava alimentando anche con la perdita d’acqua nei terreni sottostanti, paventando il rischio di un’estate a secco per il palermitani. La storia era stata oggetto l’anno scorso anche di un’interrogazione parlamentare promossa da Francesco Campanella e Fabrizio Bocchino, che chiedevano come mai l’opera risolutiva del problema di Scillato pur essendo stata finanziata nel 2013 dalla Regione con soggetto aggiudicatore dei lavori il Comune di Palermo non fosse ancora partita.
Il problema Rosamarina e le soluzioni
E così si è arrivati all’oggi. Fin qui l’acqua è comunque arrivata dalla diga di Rosamarina. Con costi maggiori. Dall’anno scorso però, l’invaso (come altri in Sicilia) ha dovuto subire una riduzione del livello per ragioni di sicurezza. E così, visto che da un paio d’anni nella Sicilia occidentale ha piovuto poco, si è arrivati al problema odierno. Dalla Regione si parla per il momento di “contingentamenti minimali”, sperando che con l’inverno arrivino le piogge a mitigare il problema. Nel frattempo dovrebbero partire interventi di somma urgenza su Scillato e anche l’iter per realizzare il bypass che dovrebbe risolvere definitivamente il problema. Da qui ad allora toccherà tifare per Giove pluvio.
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02 Gennaio 2017, 18:22