05 Febbraio 2012, 09:00
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Non è solo l’Amia a preoccupare il comune di Palermo. La voragine delle partecipate, spesso definite vere e proprie “macchine mangia-soldi”, comprende anche l’Amat e soprattutto la Gesip. Quest’ultima, poi, viva una situazione del tutto particolare. Il 31 marzo termineranno i soldi stanziati dal governo nazionale grazie a un’ordinanza della Protezione civile e circa 1800 lavoratori rischiano di ritrovarsi esattamente nella situazione dello scorso giugno, con il posto di lavoro a rischio.
Una situazione che provocò scioperi e manifestazioni che misero in ginocchio la città e in pericolo il Festino di Santa Rosalia, risolta solo grazie ai contributi statali che misero una pezza ad un problema ancora insoluto. Non che fosse una sorpresa, però. Nel 2010, infatti, l’amministrazione Cammarata mise in bilancio appena 19 milioni per la Gesip, in vista dell’anno successivo: ovvero, quanto bastava per tirare avanti appena quattro mesi. E, a fine aprile, puntuale arrivò la crisi di cassa. E dire che la Gesip, creata nel 2001 dall’allora commissario Guglielmo Serio, che sostituiva il dimissionario Leoluca Orlanco lanciato alla conquista di Palazzo d’Orleans contro Totò Cuffaro, garantisce servizi non certo secondari per la città. I suoi lavoratori, infatti, oltre a gestire il verde pubblico e a pulire scuole e uffici, puliscono le spiagge, sorvegliano i sottopassi di viale Regione siciliana e mandano avanti il cimitero dei Rotoli e il canile municipale,. Proprio per questo gli scioperi provocano vere e proprie emergenze sanitarie.
La Gesip, ogni anno, costa al comune, dopo l’ultimo aumento del contratto, quasi 71 milioni di euro. Soldi che andranno trovati nel prossimo bilancio per non far ripiombare la città nel caos. Intanto, la società ha ben pensato di mandare a Palazzo delle Aquile un’ingiunzione di pagamento: 600.000 euro di carburante per il forno crematorio dei Rotoli.
Passiamo all’Amat. L’azienda che gestisce il trasporto pubblico gode di maggiore salute. Il suo contratto di servizio ammonta a quasi 87 milioni (ne mancano 20 all’appello che andranno trovati in bilancio), a fronte di crediti verso il comune di circa 140. Piazza Pretoria ha proposto una restituzione rateizzata (cinque milioni ogni sei mesi fino all’estinzione della cifra) che l’azienda deve ancora accettare. Proprio la grande mole di crediti non riscossi causa enormi problemi di liquidità all’azienda, che anche questo mese pagherà in ritardo gli stipendi. Una situazione che porta all’esasperazione i dipendenti, che hanno annunciato per martedì quattro ore di sciopero.
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05 Febbraio 2012, 09:00