31 Ottobre 2013, 06:15
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PALERMO – La giunta Orlando dice addio ai gazebo. Gli uffici del Suap, infatti, hanno elaborato la bozza del nuovo regolamento “Dehors” che, nelle intenzioni dell’assessore alle Attività produttive Marco Di Marco, dovrebbe mandare per sempre in soffitta i gazebo sostituendoli con ombrelloni, tavoli, sedie e pedane mobili. Un provvedimento che mira a mettere la parola fine a una vera e propria giungla che in questi ultimi anni ha provocato scontri tra l’amministrazione e i commercianti, sequestri, multe e proroghe varie.
La bozza arriverà a Sala delle Lapidi a stretto giro di posta e prevede una netta distinzione tra i gazebo e i dehors: i primi, infatti, hanno un elevato impatto urbanistico, sebbene smontabili, mentre i secondi (ovvero tavoli, sedie e ombrelloni) sono provvisori anche in riferimento all’arco temporale, ovvero potranno essere montati solo dal primo maggio al 31 ottobre. Una distinzione basata su una sentenza del Consiglio di Stato del settembre scorso relativa a un caso accaduto nel barese, che sancisce come i gazebo siano a tutti gli effetti “manufatti alteranti lo stato dei luoghi” e pazienza se sono rimovibili, visto che “la realizzazione del gazebo non è deputata ad un suo uso per fini contingenti, essendo il manufatto destinato a soddisfare esigenze durature nel tempo e rafforzate dal carattere permanente e non stagionale dell’attività svolta”. Nel caso specifico si trattava di un fruttivendolo, ma è evidente che anche nel caso di Palermo si parla di locali aperti tutto l’anno. E, quindi, la sentenza stabilisce che i gazebo sono strutture urbanistiche che richiedono apposite autorizzazioni e concessioni urbanistiche.
“Il regolamento proposto – chiarisce l’assessore Di Marco – ha la finalità di favorire la maggiore fruibilità di spazi commerciali all’aperto, garantendo un quadro normativo di riferimento con alcuni paletti chiari: il rispetto del decoro urbano in una ottica armonica; il rispetto delle norme in materia igienico-sanitaria; l’introduzione di forme di facilitazione amministrativa che semplifichino l’operatività degli operatori commerciali; un sistema certo di regole e sanzioni per evitare che si protraggano forme di concorrenza sleale a vantaggio di coloro che non rispettano la legge”.
La bozza prevede non solo che i dehors abbiano un aspetto armonizzato con l’ambiente circostante, cosa che vale ancor più nel centro storico o in prossimità di monumenti, ma stabilisce anche il periodo di installazione massimo dal primo maggio al 31 ottobre; la validità triennale dell’autorizzazione, a patto che si smonti tutto da novembre ad aprile; la gestione delle richieste da parte del Suap, che dovrà esitarle in 90 giorni on line; la necessità di una relazione sull’impatto paesaggistico per le aree soggette a vincolo o in centro storico; l’obbligo di connessione wi-fi con accesso gratuito ad internet.
E i gazebo? Quelli andranno smontati, sia regolari che irregolari, proprio perché necessiterebbero di apposite autorizzazioni urbanistiche che il Comune non sarebbe intenzionato a concedere. Sta di fatto, però, che ad oggi il vigente regolamento prevede una proroga fino a fine novembre che, stando alle parole dell’assessore Di Marco, potrebbe essere estesa: “Stiamo verificando se è possibile concedere una proroga fino a fine anno per far sì che chi ha pagato il suolo pubblico fino a dicembre possa adeguarsi, fermo restando che il consiglio può determinarsi come preferisce”. E sul vecchio regolamento interviene anche il sindaco: “Il vecchio regolamento si è dimostrato del tutto inadeguato a garantire operatività agli operatori commerciali e del tutto inadeguato a garantire il rispetto della legalità, per cui coloro che hanno scelto di rispettare la legge sono risultati penalizzati da una forma di concorrenza sleale. Questa proposta finalmente mette un punto fermo per ristabilire ordine nel settore e favorire l’uso produttivo degli spazi nella nostra lunghissima stagione calda”.
Rimarrebbe, però, il problema dell’Asp. I commercianti hanno in questi anni costruito i gazebo proprio per il pericolo, paventato dall’azienda sanitaria, di agenti “inquinanti, striscianti e volanti”, ovvero lo smog, i moscerini e i topi che non sarebbero tollerabili nei pressi delle zone in cui si somministrano cibi e bevande, caso più unico che raro in Italia visto che nelle altre città non esistono prescrizioni del genere. “Abbiamo avuto diversi incontri con l’Asp – spiega l’assessore – stanno preparando delle linee guida da fornire agli operatori commerciali, ma non entrano nel merito. Il problema dello smog c’è anche per il ristorante che tiene le finestre aperte mentre un tir passa per strada. La verità è che negli anni c’è stata una follia collettiva a Palermo, che ha portato alla situazione di oggi”.
Il regolamento però adesso dovrà andare all’esame del consiglio comunale e non è detto che siano tutte rose e fiori. “La commissione Attività produttive – dice il presidente Paolo Caracausi – ha presentato un ordine del giorno, approvato dal consiglio, che invita l’amministrazione a modificare il regolamento. Ad oggi, infatti, tutti i gazebo in zone pedonali rimarrebbero, mentre gli altri no provocando una differenza inaccettabile. Questo perché nel regolamento c’è una clausola in contraddizione col Codice della strada, visto che gli stalli vengono considerati facenti parte della carreggiata stradale, cosa che non è vera. Anche noi siamo per l’eliminazione dei gazebo, ma non possiamo permettere che restino nelle zone pedonali”. La bozza non è ancora arrivata in commissione, la quale annuncia modifiche sulla scorta anche delle proposte delle associazioni di categoria, anche per dare il tempo a chi smonta i gazebo di dotarsi dei dehors.
Ad annunciare le barricate è il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo. “Non ho nemmeno intenzione di leggere questo regolamento – tuona – e una cosa è certa: non potrà essere portato avanti. Il Comune ha già un regolamento e quello va modificato, non abbiamo bisogno di nuovi regolamenti. E’ evidente che si tratta di un documento politico e non amministrativo. L’ordine del giorno di Caracausi parlava di modifica del regolamento vigente, questo era l’accordo con la maggioranza. Il nuovo invece dimostra che l’assessore va per conto suo, la maggioranza fa una cosa e l’assessore tutt’altro. Mi auguro che quando arriverà l’Aula si comporterà di conseguenza rispedendolo al mittente. Le modifiche non può che farle la commissione consiliare, non un assessore non eletto ma nominato che contraddice quanto stabilito dai consiglieri”.
“Mi ero già stupito della scelta irresponsabile fatta dall’Assessore per il “no” alla proroga, da lui annunciata già il 30 marzo scorso – dice Alessandro Anello, vicepresidente della Seconda commissione – oggi sono rammaricato perché ci troviamo di fronte all’ennesimo errore fatto dall’Assessore che, ignorando le indicazioni date dal Consiglio Comunale in occasione dell’approvazione del Pgtu (attraverso un Ordine del Giorno dove è previsto la modifica del vigente regolamento), ha annunciato la stesura di un “nuovo regolamento”. Non si può immaginare di ignorare la volontà del Consiglio Comunale che è l’organo preposto a deliberare. Con l’approvazione del Pgtu, oggi siamo di fronte ad una situazione paradossale: secondo il vigente regolamento, infatti, soltanto alcuni gazebo possono essere autorizzati creando di fatto una penalizzazione per tutti gli altri. Piuttosto che elaborare nuovi regolamenti, l’Assessore che cosa ha fatto per evitare tutto ciò? Da Vicepresidente della Commissione Attività Produttive, in piena sintonia con tutta la Commissione, lavorerò alla modifica del vigente regolamento per permettere a tutti gli esercizi commerciali di poter utilizzare il suolo pubblico per spazi di ristoro, nel rispetto delle regole, salvaguardando tantissimi posti di lavoro”.
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