La guerra del porto di Palermo | I nomi per il dopo-Bevilacqua - Live Sicilia

La guerra del porto di Palermo | I nomi per il dopo-Bevilacqua

Il mandato del presidente dell'Autorità portuale è scaduto il 28 febbraio: adesso i Comuni di Palermo e Termini, la Provincia e la Camera di commercio devono indicare una rosa di nomi dalla quale sarà scelto il successore. Ecco i candidati in campo.

PALERMO – La guerra è appena cominciata. Ma le truppe sono quasi già tutte in campo. Per una sfida di potere che, in un modo o nell’altro, segnerà una nuova era nell’assetto delle poltrone-chiave a Palermo dopo un decennio nel segno di Nino Bevilacqua. Sono già partite le manovre per la nomina del nuovo numero uno dell’Autorità portuale di Palermo: l’incarico a Bevilacqua, infatti, è scaduto il 31 dicembre, e dopo i due mesi di proroga concessi all’inizio dell’anno, dall’1 marzo i Comuni di Palermo e Termini Imerese, la Provincia di Palermo e la Camera di commercio del capoluogo sono stati chiamati a proporre il nome del successore, che poi sarà scelto dal ministro dei Trasporti con l’avallo del presidente della Regione Rosario Crocetta.
Il pallino, giurano i bene informati, è nelle mani del Comune di Termini. L’Autorità portuale, pur essendo nominalmente “di Palermo”, gestisce infatti anche il porto di Termini: non un’inezia, se si considera che il sindaco del centro industriale, Salvatore Burrafato, può vantare eccellenti rapporti con Beppe Lumia, l’uomo politico più vicino a Crocetta. Burrafato un nome ce l’ha già, anche se non l’ha ancora formalizzato: è quello di Lorenzo Ceraulo, ex assessore delle giunte comunali palermitane di Diego Cammarata ma anche professionista di grande esperienza nel settore portuale, visto che nel suo curriculum, oltre all’esperienza da assessore alle Infrastrutture a Palermo, figurano anche un paio di decenni trascorsi a guidare il Genio civile opere marittime. Un curriculum che, nonostante il suo ruolo organico al centrodestra palermitano, gli vale anche qualche simpatia a sinistra, dove sono in molti a dipingerlo come “un grande professionista”. Ma Ceraulo, che ai tempi dell’esperienza nella giunta palermitana veniva indicato come un uomo molto vicino a Bevilacqua, rappresenterebbe in qualche modo anche la continuità e testimonierebbe l’avvicinamento, che i rumors di palazzo danno per fatto assodato, fra Lumia e il presidente uscente del Porto di Palermo.
Il Comune di Palermo, però, non ha intenzione di stare a guardare. Anche se a Palazzo delle Aquile non molti sono informati delle mosse che Leoluca Orlando vuol fare. Il sindaco, infatti, ha lavorato quasi in solitaria sulla pratica, facendosi aiutare quasi esclusivamente dall’assessore alla Mobilità Tullio Giuffré e dal vicesindaco Cesare Lapiana: alla fine, la scelta è caduta su un nome di grande prestigio ma sconosciuto ai più, quello del palermitano Vito Piraino, numero due di Mediterranean Shipping Company, l’azienda prima al mondo nel settore dei cargo e leader delle crociere nel Mediterraneo. “Un curriculum – sussurrano nell’entourage orlandiano – di fronte al quale è difficile dire di no”.
Qualcuno che obietta, però, c’è. Il fratello dell’uomo indicato da Orlando, infatti, è Rosario Piraino, agente dell’Aisi che Massimo Ciancimino chiamò in causa nelle sue testimonianze: secondo il figlio di don Vito, l’agente segreto sarebbe stato il braccio destro del misterioso “signor Franco” e in un paio d’occasioni avrebbe invitato Ciancimino jr a tacere. Per questo motivo, Rosario Piraino, che per inciso è marito dell’ex direttore dell’assessorato alla Formazione Alessandra Russo, è tuttora indagato a Palermo. Al Comune, comunque, hanno deciso di tirare dritto: da un lato proprio per il profilo di Vito Piraino, dall’altro perché il manager scelto da Orlando vive negli Stati Uniti da decenni e dunque non è collegabile alle eventuali responsabilità del fratello. Così è stato scartato l’altro nome che Orlando e i suoi avrebbero valutato: quello di Giovanni Tesoriere, preside della facoltà di Ingegneria della Kore di Enna che Crocetta ha chiamato al Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici.
Se il Comune non candida Tesoriere, però, c’è qualcun altro pronto a schierarlo. Anche se in questo caso la nomina non è certa. Il presidente della Provincia di Palermo Giovanni Avanti, infatti, ha intenzione di presentare una rosa di tre nomi: uno sarà certamente quello di Tesoriere, mentre per individuare gli altri – dicono a Palazzo Comitini – Avanti ha in mano diversi curriculum da spulciare. “Non se ne parlerà prima della settimana prossima”, assicurano però dalla Provincia di Palermo.
Chi invece ha già deciso è la Camera di commercio. Che, anche alla luce delle polemiche su New Port, la società attraverso la quale secondo la Dia la mafia avrebbe messo le mani sui servizi interni al porto del capoluogo, ha deciso di fare scendere in campo un uomo forte dell’antimafia: il consiglio camerale ha quindi optato per Giuseppe Todaro, che dopo aver denunciato il racket a Carini è diventato vicepresidente di Confindustria Palermo con delega alla Legalità e vicepresidente di “Libero Futuro”.
La partita, però, sarà lunga. La nomina, infatti, spetta al ministro dei Trasporti, che individua il nuovo presidente dopo aver sentito il governatore e le commissioni Trasporti di Camera e Senato: se però Corrado Passera è ancora formalmente in carica, il suo mandato dal giorno delle dimissioni di Mario Monti si limita solo all’ordinaria amministrazione. E se anche la nomina del presidente del Porto di Palermo rientrasse fra i suoi poteri nonostante il governo sia caduto (una possibilità, questa, sulla quale in molti sono scettici) di certo le commissioni Trasporti delle Camere non saranno più in carica a partire dall’insediamento del nuovo Parlamento, previsto per venerdì 15. Tempi troppo stretti, insomma, perché a decidere sia Passera. Ma non perché la guerra di posizionamento possa iniziare.


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