11 Gennaio 2018, 12:01
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PALERMO – È solo l’ultima “guerra”. La Regione ha presentato appello contro l’ordinanza del Tar che ha riportato a capo delle Città metropolitane i sindaci Leoluca Orlando ed Enzo Bianco. Chiedendo, di fatto, di “rimuovere” i due primi cittadini dall’ente che ha sostituito le Province.
Per il governo Musumeci, insomma, devono, intanto, tornare in sella i commissari che erano stati nominati dall’ex governatore Crocetta. Poi, i nuovi sindaci metropolitani dovranno essere scelti dall’elettorato siciliano. I commissari Girolamo di Fazio e Salvo Cocina, rispettivamente a Palermo e Catania, si erano insediati sotto elezioni regionali. Il Tar, però, il 23 novembre scorso ha sospeso, accogliendo i ricorsi, tra gli altri, del Comune di Palermo, i decreti di decadenza dei precedenti sindaci metropolitani, rendendo quindi nulle al momento le nomine dei commissari, e di fatto riportando al vertice delle ex Province Orlando e Bianco.
Ed è proprio contro questo decreto di sospensione che si è opposto il governo Musumeci, col ricorso presentato dall’Ufficio legislativo e legale e firmato dagli avvocati Maria Rosa Brancato, Antonio Lazzara e Marina Valli, ricordando come l’ultima legge regionale che riguarda le Province (impugnata però dalla Presidenza del Consiglio dei ministri) ha previsto, nelle more del voto a suffragio universale, che la guida delle Città metropolitane venga affidata, appunto ai commissari. Nel ricorso, poi, si precisa che comunque i sindaci metropolitani Orlando e Bianco non potrebbero portare a termine il proprio mandato fino a scadenza naturale, visto che la stessa legge regionale fissa per la “prima data utile delle elezioni amministrative” previste a metà del 2018 il voto per i sindaci metropolitani.
Peculiare, poi, è la posizione di Orlando: nell’ordinanza che lo ha riportato in sella nel novembre scorso c’è un passaggio che rafforza la posizione del sindaco: essendo stato eletto primo cittadino quando la norma che prevedeva l’automatismo tra quel ruolo e quello di sindaco metropolitano era già vigente, di fatto, Orlando va considerato già “eletto” dai cittadini. Leggermente diversa la posizione di Bianco, diventato sindaco metropolitano senza passare da ulteriori consultazioni elettorali. Anche questo passaggio è contestato dal governo Musumeci: quel voto, si legge nell’appello, ha solo consentito di scegliere il sindaco di Palermo e non va esteso alla Città metropolitana, visto che la successiva legge aveva annullato l’automatismo tra sindaco del Comune capoluogo e sindaco metropolitano. È la nuova guerra delle ex Province. Lanciate a tutta velocità verso le nuove elezioni.
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11 Gennaio 2018, 12:01