La "guerra" per lo spaccio: blitz della polizia, 9 arresti NOMI - Live Sicilia

La “guerra” per lo spaccio: blitz della polizia, 9 arresti NOMI

L'operazione della Squadra Mobile di Catania è scattata nella notte.
TRAFFICO DI DROGA
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Catania – Il controllo dello spaccio – lucrosa attività illecita – può sfociare anche in azioni di fuoco. Senza controllo. Appena due anni fa a Librino, nel maggio 2019, due bersagli sono finiti nella rete di un agguato. Che fortunatamente non è andato a segno. Il viale Moncada 21 si è trasformato in una zona di guerra con raffica di pallottole ovunque.

Le indagini sull’agguato

La polizia ha svolto una precisa e delicata indagine e ha individuato coloro che considera i “responsabili” della sparatoria che portò al ferimento di due persone. Durante il sopralluogo sulla scena del crimine i poliziotti hanno trovato una sacca con diverse armi (una pistola mitragliatrice PPS-43 cal. 7,62×25; un caricatore curvo per fucile d’assalto Vz 58; una molla per tale caricatore e complessive n. 5 cartucce; una pistola mitragliatrice tipo “Micro Uzi” cal. 9 parabellum;  una cartuccia GFL cal. 9 mm. Luger; un caricatore retto avente capacità 32 colpi, contenente n. 6 cartucce GFL cal. 9 mm. Luger; un fucile d’assalto Vz 58 cal. 7,62×39;  un caricatore curvo contenente n. 12 cartucce cal. 7,62×39; 24 cartucce cal. 7,62×39, una pistola mitragliatrice PPS-43, calibro 7,62×25 mm (Tokarev)) 

A seguito di alcuni accertamenti – e del ritrovamento di un documento di identità – poche settimane dopo la Polizia ha fatto scattare dei fermi nei confronti dei ‘custodi’ di quel mini arsenale. Precisamente Antonio Scordino, la moglie Giuseppina Grazia Aleo e la nuora Maria Giorgia Rungo. Nel corso di una perquisizione i poliziotti hanno trovato altre pistole e cartucce, oltre a 8.460 euro in contanti.

Le tensioni per lo spaccio

Un primo pezzo del puzzle che si è man mano completato. Per gli investigatori, il conflitto a fuoco è scattato per uno “sconfinamento” del territorio di “spaccio”. Antonino Battaglia e Michel Nicotra avrebbero utilizzato per colpire i due “rivali” della droga le armi che in realtà sarebbero state custodite da Filippo Scordino, figlio di Antonino. I fratelli Scordino sono già noti agli inquirenti della Dda etnea per i loro trascorsi criminali con il narcotrafficante dei Santapaola Andrea Nizza.

Una delle armi sequestrate

L’inchiesta Drug Stable

Questo risultato investigativo è solo un pezzo della più complessa operazione Drug Stable – scattata nella notte e illustrata nel corso di una conferenza stampa dal dirigente della Squadra Mobile, Marco Basile – che ha portato all’arresto di 9 persone, di cui 8 in carcere. (GUARDA IL VIDEO)

I nomi degli arrestati

Gli indagati sarebbero i componenti di un gruppo criminale specializzato nel traffico di sostanze stupefacenti. Sono finiti in carcere Antonino Battaglia, 31 anni, Beshir Doraci, albanese conosciuto come Leo di 35 anni, Fabio Magrì, alias Fabione di 42 anni, Francesco Ivan Manuli, 21 anni, Michael Nicotra (Maicolino o nano), 28 anni, Luigi Pino, 27 anni, Filippo Scordino (Chicco), 32 anni, Giuliano Giovanni Scordino, 25 anni. Ai domiciliari, invece, la 34enne Antonella Napoli.

L’inchiesta, coordinata dalla Dda etnea, ha dunque cristallizzato le tensioni dovute alla gestione delle piazze di spaccio da parte di sodalizi criminali, che hanno a disposizione micidiali arsenali, composti anche da mitra e kalashnikov. Infatti nel corso delle fasi investigative, la Squadra Mobile ha eseguito diversi sequestri di armi e droga.

I canali di rifornimento

Ai vertici del gruppo di spaccio, che avrebbe la sua base operativa a Librino, gli investigatori posizionano Filippo Scordino e Michael Nicotra. Il sodalizio non solo avrebbe gestito piazze di spaccio, ma avrebbe avuto la capacità di rifornire alcune tra le più grandi che sono operative a Catania. Ogni mese avrebbero venduto 150 kg di marijuana.

I poliziotti della Squadra Mobile sono riusciti anche a ricostruire i canali di rifornimento della droga utilizzati da Scordino e Nicotra. Ogni due settimane dalla Puglia sono arrivati alle falde dell’Etna carichi di 70/80 chili di marijuana dai trafficanti albanesi Beshir Doraci, chiamato “Leo” e Leonard Xhafa. I due narcos dei Balcani da diversi anni sarebbero organici di un’organizzazione criminale dedita al traffico di droga che ha come base operativa Conversano in provincia di Bari. Molte spedizioni sono state intercettate dalla polizia: nel corso del 2019, infatti, sono stati effettuati diversi sequestri di “erba”.

I soldi della droga avrebbero avuto come fine quello di mantenere i detenuti in carcere. Oltre a “garantire” uno stipendio ai componenti del gruppo di spaccio.

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