20 Novembre 2022, 19:55
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Un bonus matrimonio fino a 20mila euro ma solo per chi si sposa in chiesa. Chi opta per il Comune, zero. La misura è contenuta in una proposta della Lega con un disegno di legge appena presentato alla Camera dei deputati.
Con la proposta chiaramente il modello di famiglia si restringe ulteriormente. La famiglia, insomma deve essere non solo tra uomo e donna ma il risultato do una celebrazione davanti al sacerdote. Almeno se punta a incassare il contributo dello Stato.
L’obiettivo dichiarato dell’operazione è riequilibrare il gap tra i matrimoni civili e religiosi. Secondo l’Istat, si legge nella parte introduttiva del provvedimento, le unioni con rito civile sono cresciute rispetto ai livelli pre-pandemia (+0,7 per cento nel 2021 sul 2019), mentre quelli con rito ecclesiastico continuano a calare.
La proposta avanzata pensa di dare luogo a una detrazione del 20 per cento delle spese per il “matrimonio religioso”. Tra le spese detraibili alla voce “spese” si può indicare di tutto. Dagli ornamenti in chiesa come i fiori, la passatoia, i libretti, fino agli abiti per gli sposi, il servizio di ristorazione, le bomboniere. Perfino il coiffeur e il make-up della sposa. O l’ingaggio del “wedding reporter”, il fotografo.
La detrazione d’imposta, secondo la proposta della Lega, potrebbe coprire fino al 20 per cento delle spese, fino a un tetto massimo di 20mila euro, che gli sposi potrebbero ottenere in cinque quote annuali. Ma non finisce qui. Ci sono anche altri requisiti i beneficiari devono avere la cittadinanza da almeno 10 anni, avere un reddito non superiore a 23mila euro o comunque non superiore a 11.500 euro a persona.
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20 Novembre 2022, 19:55