La lenta agonia di Palermo | Ecco tutte le aziende in crisi

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05 Settembre 2012, 09:45

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PALERMO. Una tortura prolungata. Un bollettino di guerra costantemente aggiornato. La crisi economica continua a lasciare vittime sul campo, provocando una devastazione lenta ma non per questo meno terribile. E, al fianco di chi urla per avere garantito il proprio posto di lavoro, ci sono migliaia di persone che, in silenzio, vivono un dramma non meno cocente.

Nella sola Palermo sono oltre 1300 le persone che nel 2012 hanno già perso o rischiano di perdere il proprio posto di lavoro: 900 in cassa integrazione; oltre 140 in mobilità; 80 licenziati, 73 in disoccupazione. “La crisi – commenta Mimma Calabro, segretario generale Fisascat Sicilia – sta investendo tutti i settori. Giornalmente chiudono aziende e si perdono centinaia di posti lavoro. È diventata prassi ormai ricevere note di aperture di procedure di mobilità, di licenziamenti collettivi, di richieste di cassa integrazione, segnale che la nostra economia è letteralmente in ginocchio”.

Situazione che non ha risparmiato neanche i grandi nomi del commercio palermitano: dalla gioielleria Fiorentino che ha messo in cassa integrazione 47 lavoratori alla Ceifa con i suoi 9 dipendenti; da Grande Migliore, megastore di elettrodomestici, oggettistica e tecnologia con sedi a Palermo e a Trapani, che ha chiuso i battenti dopo 84 anni di attività lasciando a casa 269 lavoratori a Max Living del gruppo Electromarket Li Vorsi, azienda che negli ultimi 5 anni ha visto dimezzare il proprio fatturato, marciando lentamente verso il fallimento e lasciando a casa 200 persone. Tutti nomi che, negli anni, hanno rappresentato la colonna vertebrale del sistema economico della città. E che adesso hanno ceduto il passo ai grandi colossi del commercio (Forum, Centro Guadagna, Poseidon, La Torre e Conca d’Oro) che, in poco tempo, hanno ribaltato da cima a fondo le abitudini dei palermitani.

A cadere sul campo anche il negozio di calzature e accessori di lusso Schillaci di via Libertà che ha chiuso i battenti lo scorso 14 aprile, liquidando tutta la merce e lasciando il posto a un marchio del lusso made in Italy, Gucci, ma soprattutto lasciando a casa 5 dipendenti. E poi ancora, la Botteguccia, la Valigeria Vitale, tre punti vendita della storica cartoleria De Magistris-Bellotti, che ha chiuso dopo 106 anni licenziando 24 persone, Tessilcora, l’azienda fondata nel 1947 dalla famiglia Sansone che, dopo 70 anni di attività, ha chiuso lasciando senza lavoro 4 dipendenti. Al suo posto, in autunno, aprirà un ristorante Burger King.

Rischiano di perdere il proprio posto di lavoro anche gli 80 dipendenti della Coop 25 Aprile; i 20 lavoratori di un altro nome storico del commercio del capoluogo, Salamone e Pullara; i 12 di Prenatal; i 10 di Blockbuster; i 22 del rivenditore di auto Bmw, Elauto; i 78 del gruppo Acquamarcia (Grand Hotel Villa Igiea, Hotel delle Palme e Excelsior di Catania); i 20 dell’azienda Pellegrini e i 2 (ai quali sommare gli 80 stagionali) del Clubmed di Cefalù. Per non parlare dei 32 dipendenti in mobilità in deroga all’Hotel Sole, dei 15 in disoccupazione del Centrale o dei 22 dello storico Hotel Ponte di via Crispi che ha chiuso i battenti lo scorso primo febbraio. E purtroppo la lista non è ancora completa. “Per arginare questa drammatica situazione – dice Mimma Calabrò – abbiamo chiesto al Sindaco una convocazione urgente per istituire un tavolo di crisi permanente che possa accompagnare un processo di fuoriuscita da questa fase di continuo stillicidio dell’economia palermitana”.

Uno stillicidio che, giorno dopo giorno, toglie la speranza a tante famiglie. In silenzio.

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05 Settembre 2012, 09:45

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