PALERMO – I pazienti affetti da cheratocono, principale patologia corneale che causa astigmatismo e alterazioni irregolari della cornea di diversa entità, nella maggior parte dei casi, possono utilizzare le lenti a contatto per correggere i disturbi visivi, evitando così la necessità di ricorrere a un intervento chirurgico.
Il convegno
Il tema è stato discusso nel corso del convegno su Lenti a contatto nelle cornee irregolari che si è tenuto presso l’Aula Magna del Dipartimento oncologico di III livello La Maddalena. “Il cheratocono – ha spiegato Salvatore Sottosanti, oculista de La Maddalena – è una patologia che causa un’alterazione della cornea, che assume una forma a cono. Compromettendo la vista e rendendo difficile una correzione con gli occhiali.
In questi casi, l’uso di lenti a contatto personalizzate rappresenta la soluzione più comune, consentendo di evitare interventi complessi come il trapianto di cornea. Sebbene il cheratocono sia considerato una patologia rara dal punto di vista medico-legale, si stima che ne sia affetto circa un individuo ogni duemila abitanti”.
Diagnosi
I fattori di rischio per lo sviluppo della patologia includono una predisposizione familiare, uno sfregamento eccessivo degli occhi e la sindrome di Down. “Il cheratocono insorge già nei primi anni di vita – continua Sottosanti – la prima diagnosi viene effettuata intorno ai 15/17 anni.
La patologia tende progressivamente ad evolversi per poi stabilizzarsi verso i 40/50 anni. La diagnosi precoce e un follow-up regolare sono cruciali per monitorare eventuali segni di progressione. Poiché la malattia può rimanere asintomatica nelle fasi iniziali, con disturbi visivi come l’abbassamento della vista, la visione di aloni e altri disturbi che si manifestano solo nelle fasi avanzate”.
Le nuove tecnologie
Esistono diverse soluzioni per correggere il cheratocono. “Essendo una patologia che impatta in maniera forte sulla qualità visiva – ha detto l’ortottico Girolamo Maniscalco – non può essere corretta con semplici occhiali o lenti a contatto di natura morbida perché le aberrazioni causate dalla deformazione della cornea non permettono una visione nitida e funzionale.
Oggi, grazie all’avvento di nuovi materiali e tecnologie, è possibile correggere queste aberrazioni utilizzando lenti di grande diametro, che sono molto più comode e offrono una qualità ottica superiore rispetto alle lenti di vecchia generazione”.
La scelta delle lenti a contatto è fondamentale. In base alla collaborazione tra oculista e ottico, si valuterà quale lente a contatto è più adatta per ogni singolo paziente per garantire notevoli miglioramenti della funzione visiva.
I trattamenti
“Quando il trattamento con lenti a contatto non è efficace o tollerato, o quando si presenta una cicatrice corneale visivamente significativa – ha detto Liborio Sciascia, direttore dell’ Unità Operativa di Microchirurgia Oculare de La Maddalena – può essere necessario ricorrere alla chirurgia del trapianto di cornea specialmente nei casi di cheratocono bilaterale”.
In alternativa, esistono trattamenti non chirurgici per evitare il trapianto, come l’impianto di anelli corneali, che sollevano i bordi del cono riducendo la sua ampiezza, e il cross-linking corneale del collagene, che utilizza luce ultravioletta per irrigidire la cornea e prevenire ulteriori assottigliamenti e rigonfiamenti.
Le tipologie di lenti a contatto
All’incontro hanno partecipato anche Davide Brambrilla, Mauro Frisani e Maco Iovino, ottici ed esperti contattologi in tutta Italia che hanno presentato le diverse tipologie di lenti a contatto, dalle corneali alle sclerali, utili per correggere disturbi della vista e patologie come il cheratocono. In conclusione la dottoressa Viviana Randazzo, ortottista presso l’ospedale Villa Sofia ha parlato del riconoscimento della patologia ai fini medico legali. Il paziente affetto da cheratocono ha diritto alla fornitura delle lenti a contatto a carico del Sistema sanitario nazionale.