21 Aprile 2014, 16:58
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PALERMO – Le decisioni sul futuro della cosca gli uomini d’onore di Porta Nuova le prendevano davanti ad un buon piatto di spaghetti, pesce fresco e vino. Le richieste di pizzo, le nuove investiture e le affiliazioni venivano definite attorno ad una tavola imbandita. E’ uno dei dettagli dell’operazione Iago che sabato ha portato al fermo di 8 mafiosi palermitani pronti a scatenare una nuova guerra tra clan. Era il 3 gennaio 2013, quando nella trattoria il Bucatino di via Principe di Villafranca, uno dei ristoranti prediletti dagli esponenti di Porta, i carabinieri intercettarono un vero e proprio summit al quale presero parte gli uomini d’onore di Porta Nuova Antonino Ciresi, Alessandro D’Ambrogio, Luigi Corso. Insieme a loro due volti nuovi Onofrio Lipari detto Tony e Stefano Comandé.
Un summit vero e proprio visto che a parteciparvi c’erano D’Ambrogio, pluripregiudicato per mafia e traffico di stupefacenti, arrestato il 3 luglio 2013 con l’accusa di essere il reggente del mandamento mafioso di Porta Nuova, Antonino Ciresi, ritenuto responsabile della tentata estorsione ai danni dello chef Natale Giunta e reggente della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio e Luigi Corso, boss di Santa Maria di Gesù. Il 12 febbraio 2013 i militari scoprono un altro incontro, stavolta al ristorante Ferdinando III in via Zisa. Attorno allo stesso tavolo erano seduti D’Ambrogio, Ciresi, Antonino Serenella, Giuseppe Civiletti, Alfredo Geraci, Giacomo Pampillonia, tutti poi arrestati. L’ultimo pranzo al ristorante Ricotta, in via Messina Marine, il 22 febbraio del 2013 in occasione del matrimonio civile di Onofrio Lipar, detto Tony, con Provvidenza Sardo. Anche a questo banchetto parteciparono i vertici del mandamento della Zisa: Gaspare Rizzuto, Marcello Di Giacomo, Giuseppe Di Giacomo, ucciso alla Zisa il 12 marzo scorso, Antonino Serenella, Giacomo Pampillonia e Francesco Zizza.
(Fonte ANSA)
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21 Aprile 2014, 16:58