04 Marzo 2023, 09:57
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AGRIGENTO – Diventano definitive ventisei condanne nell’ambito della maxi inchiesta Montagna, scaturita dall’operazione scattata nel gennaio 2018, che ha fatto luce sulla riorganizzazione delle famiglie mafiose della provincia di Agrigento svelando anche intrecci con imprenditoria e politica.
Lo ha sancito la Corte di Cassazione che però ha anche disposto l’annullamento di tre condanne inflitte ai fratelli Stefano e Gerlando Valenti, di Favara, e Daniele Fragapane, di Santa Elisabetta. Per loro, condannati in primo e secondo grado a sei anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, si dovrà celebrare un nuovo processo davanti ad un’altra sezione della Corte di Appello di Palermo.
L’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, svelò l’ambizioso progetto di Francesco Fragapane, figlio del boss ergastolano ed ex capo della mafia agrigentina Salvatore, di costituire il mandamento della Montagna.
Fragapane, personaggio chiave dell’intera indagine, è stato condannato definitivamente a 14 anni di reclusione. Diventano definitive anche altre venticinque condanne che riguardano esponenti di primo piano di cosa nostra di Agrigento: 16 anni a Giuseppe Luciano Spoto, considerato il boss di Bivona e per un periodo anche a capo dell’intero mandamento; 16 anni a Giuseppe Nugara, ritenuto il capo della famiglia mafiosa di San Biagio Platani.
Nella stessa operazione fu arrestato anche il sindaco del paese, Santo Sabella, condannato poi a 6 anni e 8 mesi (stralcio ordinario) per concorso esterno in associazione mafiosa con conseguente scioglimento per mafia del comune; 11 anni e 8 mesi ad Antonino Vizzì, ritenuto al vertice della cosca di Raffadali. Condanna definitiva anche per Giuseppe Quaranta (7 anni, 6 mesi e 20 giorni), che per un periodo è stato il braccio destro del boss Fragapane, divenuto collaboratore di giustizia poche settimane dopo essere stato arrestato. Esce di scena lo storico boss di Sciacca Totò Di Gangi, deceduto lo scorso novembre dopo essere stato travolto da un treno a Genova. Il capomafia era stato condannato in Appello a 13 anni e 4 mesi. Diventa definitiva, invece, l’assoluzione di Pasquale Fanara, ritenuto dagli inquirenti il capo della famiglia mafiosa di Favara. L’accusa aveva chiesto nei suoi confronti venti anni di reclusione.
Nel dettaglio tutte le condanne: Francesco Fragapane (14 anni); Giuseppe Quaranta (7 anni, 6 mesi e venti giorni); Luciano Giuseppe Spoto (16 anni); Giuseppe Nugara (16 anni); Calogero Limblici (10 anni e 4 mesi); Antonino Vizzì (10 anni e 8 mesi); Vincenzo Cipolla (10 anni e 8 mesi); Massimo Spoto (11 anni); Raffaele La Rosa (10 anni e 8 mesi); Giuseppe Vella (10 anni); Calogero Sedita (8 anni e 8 mesi); Angelo Di Giovanni (8 anni); Luigi Pullara (8 anni); Antonio Licata (3 anni e 8 mesi); Calogero Quaranta (4 anni e 13 giorni); Calogero Maglio ( 4 anni e 8 mesi); Antonio Domenico Cordaro (10 anni e 50 mila euro multa); Franco D’Ugo (4 anni e 4 mesi e 5 mila euro multa); Santo Di Dio (4 anni); Vincenzo Dolce (3 anni); Francesco Maria Drago (1 anno e 8 mesi e mille euro multa); Alessandro Geraci (3 anni); Vincenzo Pilliterri (6 anni e 4 mesi e 14 mila euro multa); Salvatore Puma (6 anni e 20 mila euro multa); Concetto Errigo (4 anni e 4 mila euro di multa); Carmelo Battaglia (4 anni e 4 mila euro)
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04 Marzo 2023, 09:57