Andò e le stragi: | “La mafia era più forte”

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15 Ottobre 2009, 17:41

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Un incontro tra due uomini al centro di una congiura per eliminarli. Uno, l’allora ministro della Difesa Salvo Andò, sapeva di essere una preda braccata, grazie a una nota del prefetto Parisi. L’altro, Paolo Borsellino – secondo le dichiarazioni di Andò – lo apprese da lui, proprio in quella riunione occasionale a Fiumicino. La data? Secondo Agnese Borsellino, ascoltata al processo di Caltanissetta, era il 28 giugno 1992, l’ultima domenica di giugno. “Io ricordo un po’ prima”, dice Andò, ora rettore dell’Università Kore di Enna.

Rettore, leggiamo una sua dichiarazione sul dispaccio d’agenzia: Borsellino seppe da me che volevano ucciderlo. Ci spiega?
“Dei segnali indicavano sia me che lui come obiettivi. Segnali precisi e concordanti in una nota ufficiale. Lo incontrai per caso e  glielo dissi. Paolo Borsellino mi rispose che non ne sapeva niente. Era sorpreso”.

Mancavano pochi giorni a via D’Amelio. Il giudice Borsellino era già da tempo un uomo solo.
“Era una persona molto riservata. Non faceva mai polemiche inutili. C’era l’esatta cognizione dei rischi che si correvano”.

E nonostante tutto, nessuno si adoperò allo spasimo per salvare Paolo Borsellino. L’impressione, almeno, è questa.
“Pensavamo che lo Stato fosse più forte della mafia. In quegli anni, evidentemente, non lo era”.

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Cosa provò quando seppe di via D’Amelio?
“Grandissimo dolore”.

Ma non fu sorpreso.
“No”.

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15 Ottobre 2009, 17:41

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