“La mia battaglia era giusta |Si rischia governo Micci-meci”

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29 Dicembre 2017, 06:08

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PALERMO – “Non vorrei che si stesse profilando una sorta di governo-ombra, un governo Micci-meci”. Nel suo primo giorno da politico “con le mani libere”, Vincenzo Figuccia rincara la dose, dopo le sue dimissioni da assessore regionale. “Mi ero illuso della possibilità che questo governo rappresentasse un’alternativa alla mala politica del passato della quale tutti noi sin d’ora, portiamo le stimmate. E invece nessuna garanzia per quelle centinaia di migliaia di siciliani che arrancano per arrivare a fine mese”, dice il politico palermitano. Parlando però prima che dall’ufficio di presidenza dell’Ars arrivi la notizia della delibera per provare a limitare comunque gli stipendi. Notizia che successivamente Figuccia saluta con soddisfazione: “Conferma che la mia è una battaglia giusta”.

“Ho sempre risposto in modo autentico alla mia vocazione e per questo non potevo portare avanti un mandato che mi teneva stretto nella morsa di una gabbia d’oro fatta di formalità e ipocrisie”, dice l’ex assessore uscito dalla giunta dopo che le sue critiche a Gianfranco Miccichè sul tema degli stipendi dei dipendenti dell’Ars hanno suscitato una levata di scudi nella maggioranza a difesa del presidente dell’Ars. Isolamento che Figuccia imputa a un “sistema che ha provato a farmi credere addirittura pazzo davanti alla solidarietà espressa da tutti a Micciché, il deus ex machina che difende ‘giustamente’ i privilegi di pochissimi a scapito di un’intera regione. Ai protagonisti di questo fantomatico sistema dico che io non sono solo, sono con la mia gente che è la vera ricchezza di un uomo libero come me”.

Anche a costo di sacrificare una poltrona?

“Sì, la politica è cambiata. Basta guardare al Movimento 5 Stelle: sta cambiando veramente tutto. E oggi mi ha impressionato un post che diceva ‘siamo tutti Figuccia’. La cosa che mi ha fatto male è stata la nota dei capigruppo. Oltre ai silenzi del presidente della Regione”.

Insomma, lei sta dicendo che non si sentiva più nel posto giusto?

“In queste elezioni c’è stato un atto di fiducia della gente, che voleva un governo di discontinuità. Io a distanza di un mese vedo Savona presidente della commissione Bilancio, vari personaggi che si aggirano nel Palazzo. Mi sembra che ci sia una sorta di salto nel passato. Non vorrei che ci fosse un governo ‘Miccimeci’, con un presidente della Regione silente che invita i suoi assessori a tacere. Ecco, quell’invito per me è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, mi è sembrato pesante nei toni e nei contenuti. Io non sto zitto. Soprattutto se sto lavorando in un sistema con fili ad alta tensione”.

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Parla dei rifiuti?

“Era una sedia isolata, e rispetto alla delega e rispetto al sistema politico. Dove mi sembra che una certa burocrazia doveva essere ingraziata da una certa politica in una fase di avvio di legislatura”.

Alla fine però l’ufficio di presidenza dell’Ars ha deciso di provare a imboccare la strada dei tagli. Questo fa cambiare le sue valutazioni?

“La delibera è una conferma che la battaglia che è stata avviata è una battaglia giusta. Il fatto che si stia arrivando a più miti consigli lo considero un fatto positivo. Significa che la mia posizione anche dura è servita a qualcosa. Sono certo che i siciliani apprezzeranno questo dietro front. Soltanto gli stupidi non cambiando idea e mi fa piacere che Miccichè abbia cambiato idea”.

 

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29 Dicembre 2017, 06:08

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