10 Luglio 2013, 21:54
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PALERMO – L’assessore non arretra di un passo. Anzi. Punta i piedi e precisa: “Io rappresento la linea del governo. Sia Confindustria a chiarirsi le idee”. Le parole di Nicolò Marino arrivano pochi minuti dopo quelle del governatore che esaltava il ruolo in questi anni svolto dalla Confindustria di Antonello Montante, ma non spendeva una parola per il “suo” assessore. Il teatro è la querelle sugli impianti di smaltimento rifiuti, accesa da una lettera di Giuseppe Catanzaro, vicepresidente regionale di Confindustria che chiedeva (insieme a Legambiente), di fatto, al Parlamento italiano di non convertire in legge il decreto Monti che ha riconosciuto lo stato di emergenza rifiuti a Palermo e quello dell’impiantistica in tutta la Sicilia. Un decreto, insomma, che ha aperto la strada ai commissariamenti dei Comuni che non abbiano chiuso la stagione degli Ato, e aperto alle nuove società di regolazione.
“Il punto è proprio questo – contrattacca Marino – quella lettera forse non avrebbe dovuto firmarla proprio Catanzaro. La nostra riforma infatti apre ai nuovi impianti di smaltimento e compostaggio, portando alla chiusura delle vecchie discariche. Catanzaro gestisce una di queste, a Siculiana”. Insomma, Marino non ha cambiato idea nemmeno di una virgola. Anzi. “È la Confindustria – ribadisce – a doversi chiarire le idee e a prendere una posizione chiara: se condivide la posizione di Catanzaro o quella del governo, del resto già prevista nel programma del presidente Crocetta”. Ma lo stesso Crocetta non è sembrato così pronto a difendere l’assessore che in giunta rappresenta in maniera più evidente l’identità antimafia del governo. “Una cosa è certa – taglia corto Marino – le mie parole sono le parole del governo. Io e il presidente Crocetta ci muoviamo in perfetta sintonia. Confindustria ha commesso un errore. E adesso è il caso che risponda: vuole o non vuole l’emergenza sull’impiantistica? La posizione del governo è chiarissima – ribadisce – ed è la mia”.
Insomma, Marino non si sente sconfessato dalla difesa appassionata di Crocetta a Confindustria. “Assolutamente no – assicura – mi rendo conto che, quando si governa, si debba dialogare e convivere con le parti sociali, ma io non mi faccio tirare la giacca da nessuno. Il presidente la pensa come me. Ma ovviamente cerca di intervenire politicamente, per evitare divisioni. Io – insiste – di questo sono convinto. Poi, se qualcuno ha qualche dubbio, chieda direttamente a Crocetta”.
Tira dritto, Marino. “Non ci può essere alcun dubbio, alcuna contraddizione su quella che è una posizione scontata, ovvia e che fa parte del progetto di questo governo. E Crocetta sapeva bene fin da quando mi ha scelto come assessore, che sono molto fermo, deciso, nel momento in cui condivido un progetto. E finora mi ha sempre fornito il massimo supporto”. Insomma, nessuna incomprensione nel governo. “Qualcuno forse – conferma Marino – vuole mettere zizzania. Ma io entro luglio commissarierò tutti i comuni che non hanno creato le SRR. Entro luglio, insomma, si chiuderà l’era degli Ato per i quali si compierà la liquidazione unica. La critica costruttiva è ben accetta, non certo quella che crea nuove divisioni. Confindustria, se vuole, ci faccia sapere se è d’accordo con noi o se è d’accordo – conclude – con Catanzaro”.
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10 Luglio 2013, 21:54