“La mia lotta contro gli abusi”

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21 Febbraio 2010, 00:26

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Salvatore Di Giglia

Da più di venticinque anni al fianco delle persone disabili, lottando per la “loro integrazione” e per il “rispetto dei loro diritti”, organizzando iniziative di ogni tipo, dallo sport alla cultura, dalle battaglie legali a quelle istituzionali, con un obiettivo sempre fermo nella mente: una vita semplicemente normale per i diversamente abili. Ecco chi è Salvatore Di Giglia, avvocato, già garante della persona disabile a Corleone per sei anni, e ora responsabile dello stesso ufficio per il Comune di Palermo. “Stiamo vivendo una tappa fondamentale nel lungo e difficile percorso del riconoscimento dei diritti delle persone  affette da handicap di vario tipo – afferma orgoglioso Di Giglia –  grazie ad una iniziativa unica in Italia che prende a modello le esperienze locali come quella di Corleone: una legge regionale per l’istituzione  dell’Ufficio del Garante della Persona disabile nella Regione Siciliana che si occuperà di dare attuazione ad una normativa che, anche se esistente e valida, viene troppo spesso violata o dimenticata”. “E’ finalmente giunta, infatti, l’ora di dire basta  alle disattenzioni, omissioni e disfunzioni degli enti pubblici e alle presunte distrazioni dei privati, e in questo senso l’attività del Garante, che speriamo venga concepito come Ufficio nobile, a carattere gratuito e da non ridurre a semplice posto di sottogoverno, potrà essere decisva”.

 Dottor Di Giglia, quali sono le attività svolte dal garante della persona disabile e le segnalazioni che più frequentemente ha ricevuto?
“La nostra attività si è sviluppata in diverse  direzioni in questi anni. Innanzitutto cerchiamo di realizzare interventi concreti, di natura pratica, risolvendo i problemi che può incontrare una persona disabile che vive nel nostro territorio. Le segnalazioni più frequenti riguardano il mancato rispetto delle norme sull’abbattimento delle barriere architettoniche nei luoghi pubblici, ed in questa spiacevole classifica in testa sicuramente ci sono le Poste Italiane. Poi, forniamo anche un servizio consultivo: se un disabile non è in grado di orientarsi in materia di leggi e normative sull’handicap, noi diamo la nostra consulenza professionale. Ci siamo anche battuti in favore di ragazzi ai quali veniva negato il diritto al lavoro, in violazione palese della nostra Costituzione. Negli ultimi anni abbiamo sviluppato un piano culturale rilevante. Tra le altre iniziative abbiamo anche organizzato una giornata dedicata interamente alle attività artistiche di persone diversamente abili, giunta ormai alla sesta edizione e poi cerchiamo di diffondere la conoscenza delle nostre inziative e dei problemi che affrontiamo attraverso incontri, convegni e manifestazioni varie”.

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Qual è l’atteggiamento prevalente nei confronti delle problematiche delle persone diversamente abili che lei riscontra tra la gente comune e nelle istituzioni?
“Sicuramente riscontro una maggiore attenzione rispetto a vent’anni fa, anche se esiste ancora una dose di indifferenza. Sul versante degli enti pubblici, occorre sempre considerare le condizioni specifiche delle varie realtà locali: dico molto onestamente che le cose fatte a Corleone non si potrebbero fare a Palermo, dove c’è ancora poca attenzione per le politiche sociali, basti pensare che l’ufficio del garante per la persona disabile è stato istituito su base privatistica e non pubblica”.

Lei oltre ad essere garante della persona disabile a Palermo, è anche presidente dell’associazione sportiva “Aquile di Palermo”: quali sono le vostre attività in questo settore e le difficoltà nelle quali vi imbattete più spesso?
Anche lo sport è un modo per far valere e rivendicare i nostri diritti, è un veicolo di integrazione sociale molto importante. La nostra squadra di hockey partecipa ad un campionato nazionale e facciamo trasferte anche a Napoli, a Roma. Capisce bene che spostare una decina di ragazzi con problemi fisici gravi è una vera impresa. Affrontiamo centinaia di difficoltà. L’anno scorso ci è stato impedito di salire su una nave perché sprovvista dei necessari accorgimenti per consentire a persone diversamente abili di muoversi tranquillamente. Ma abbiamo vinto la nostra battaglia: abbiamo ottenuto che tutte le navi della flotta Snav si adeguassero alle norme in materia di abbattimento delle barriere architettoniche”.

Un’ultima domanda: cosa ha imparato dalla sua esperienza personale?
“Di questo sono piuttosto restio a parlare. Mi considero semplicemente un volontario al servizio delle persona disabili, cercando di coniugare questa attività con la mia vita professionale”.

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21 Febbraio 2010, 00:26

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