17 Settembre 2020, 18:52
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PALERMO- “Abbiamo bisogno d’aiuto”. La Missione ‘Speranza e Carità’ di Palermo, dopo gli ospiti trovati positivi al Coronavirus, lancia l’allarme, chiedendo un sostegno. Ed è un appello che risuona tra la speranza e la disperazione quello che arriva dalla struttura fondata dal missionario laico Biagio Conte. Eccolo.
“La Missione di Speranza e Carità lancia un appello e una richiesta di aiuto. I poveri sono di tutta la città. La Missione non è da intendersi come un ente o una proprietà privata. È una Missione e soprattutto è un servizio che in modo gratuito da anni Fratel Biagio e i suoi collaboratori donano nei confronti dei poveri, degli ultimi, dei disperati e di tante grandi emergenze che vive questa città di Palermo e non solo”.
“Adesso la Missione sta vivendo una grandissima difficoltà dovuta alla pandemia e alla progressiva diffusione di un possibile focolaio di Coronavirus. Chiediamo ufficialmente e con carità a tutti, soprattutto a chi ha dei compiti di responsabilità sanitaria, politica e istituzionale di aiutare la Missione in tutti i modi possibili. Ognuno deve fare la sua parte perché altrimenti non sarà possibile arginare le difficoltà collegate al virus. La Missione non ha i mezzi né le forze per organizzare un impegno così importante di messa in quarantena e cura di un numero così elevato di persone. Chiediamo che possano essere pensate tutte le soluzioni perché oltre alla fase indispensabile della diagnosi attraverso i tamponi si possano prevedere fin da subito le modalità per gestire la seconda fase di questa operazione che, come tutti sappiamo, prevede l’isolamento dei vari soggetti”.
“In Missione non ci sono spazi tali da poter garantire che ognuno possa essere messo in sicurezza con una stanza dedicata e un bagno dedicato per ogni persona. La Missione inoltre non è assolutamente in grado di potere garantire che i soggetti possano rispettare gli obblighi collegati all’isolamento a ad eventuali cure mediche intensive. La Missione invece si rende disponibile a provvedere alla produzione del vitto anche più volte al giorno da portare in qualche luogo idoneo, alla distribuzione di prodotti igienici, di mascherine, di indumenti necessari. Chiediamo la collaborazione di tutti. Come diceva il nostro caro conterraneo Don Pino Puglisi: se ognuno fa qualcosa, tutti insieme possiamo fare tanto. Solo così pensiamo possiamo uscire da questa grande difficoltà”.
Sono tre i ricoverati con polmonite – confermano dalla Missione -, i primi tamponi si stanno già effettuando. Ed è comprensibile che la tensione cresca di giorno in giorno.
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17 Settembre 2020, 18:52