19 Giugno 2012, 21:08
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Il suo nome circolava da diversi giorni. Patrizia Monterosso, secondo molti, avrebbe sostituito Mario Centorrino all’assessorato regionale alla Formazione e istruzione. Una voce che si rincorreva persino nei giorni in cui l’ormai ex componente della giunta Lombardo era ancora al suo posto. Prima ancora che il Partito democratico prima, e lo stesso presidente poi, invitassero i “tecnici di area” a lasciare la propria poltrona in giunta, dopo la decisione del Pd di togliere il sostegno al governo.
E invece, molto probabilmente, Patrizia Monterosso resterà al suo posto. Continuerà a svolgere il ruolo di capo di gabinetto del presidente Lombardo. Per volontà, pare, dello stesso governatore, che a questo punto inizia a valutare con maggiore sensibilità l’opportunità di nuovi avvicendamenti in giunta, considerato il tempo ormai strettissimo che separa dalle sue dimissioni.
Insomma, quasi un attestato di stima, del resto manifestata da anni nei confronti di chi, in passato, tra diverse polemiche e relazioni incrociate di giuristi e burocrati, era stata nominata dirigente generale proprio alla Formazione, per poi dover dire addio, insieme ad altri manager vicini a Lombardo come, tra gli altri, Nicola Vernuccio e Rossana Interlandi.
A dire il vero, Patrizia Monterosso, più che a Raffaele Lombardo, è sempre stata considerata vicina all’ormai ex braccio destro del governatore: Lino Leanza, uscito dall’Mpa poche settimane fa, e oggetto di apre critiche da parte dello stesso governatore. Non è escluso, quindi, che le componenti “umane”, più che politiche abbiano influito in quella che potrebbe rivelarsi come la cronaca di una nomina annunciata, ma mai realizzatasi. La Monterosso resta al suo posto. Al momento, Lombardo tiene l’interim alla Formazione, così come all’Energia. Fino alla fine di questa settimana non dovrebbe cambiare nulla negli assetti del governo. E a quel punto, considerando il fatto che dal 29 luglio (escluse sorprese) l’esecutivo dovrà occuparsi soltanto dell’ordinaria amministrazione, nuovi innesti in giunta potrebbero essere ancora meno probabili.
A meno che Lombardo non decida nuovamente di sorprendere. Del resto, anche qualcuno dei suoi alleati (sono rimasti in pochi, in verità), parla non più dell’esistenza di un governo monocratico, quanto, quasi di una monarchia. Ma a termine.
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19 Giugno 2012, 21:08