10 Agosto 2013, 17:10
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CATANIA – Il lutto che ha colpito Catania ha scosso non solo la città ma anche le Istituzioni. L’immagine dei sei morti sulla battigia della Playa hanno fatto il giorno del mondo grazie al web mostrando senza filtri la portata dell’emergenza umanitaria che sta interessando il Mediterraneo in questi mesi. Sei giovani vite spezzate proprio pochi metri prima di toccare la terra della speranza. Da Roma fino a Palazzo Minoriti si susseguono fiumi di parole: dal cordoglio alle proposte, e purtroppo non mancano gli attacchi “sterili” della politica, che oggi forse farebbe bene a stare zitta. Riflessione è l’invito da parte di alcune associazioni e organizzazioni sindacali.
Il Ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge tira in ballo le responsabilità dell’UE: “Credo sia sempre più necessario avviare anche una forte pressione sull’Europa affinché si mettano in campo reali ed efficaci politiche che permettano al nostro paese di non essere solo nell’affrontare questa drammatica situazione. I morti di Catania – prosegue il ministro – richiamano ancora una volta la necessità che l’emergenza umanitaria venga affrontata in maniera più larga e condivisa da tutta la comunità europea”. E parla il linguaggio dell’accoglienza Cécile Kyenge, lancia un vero appello alle coscienze: “Ma non solo le persone che quotidianamente arrivano stremate sulle nostre coste, che giungono a noi sfidando il mare fuggendo da guerre e privazioni o nella prospettiva di una speranza di vita migliore o di una occasione di riscatto, richiamano ciascuno ad una responsabilità più ampia che ci parla di accoglienza e solidarietà”.
Il presidente della Camera, Laura Boldrini rimarca come un fatto del genere non abbia mai interessato la città di Catania: ”In un Mediterraneo che ha già contato migliaia di morti, è la prima volta – evidenzia – che un episodio così grave coinvolge la città etnea”. E sono parole di cordoglio quelle finali del presidente Boldrini: “Le mie più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime. Ai sopravvissuti l’augurio che oggi, grazie alla prima accoglienza fornita dalla città di Catania, possa iniziare per loro un nuovo percorso di vita”.
E come detto, anche questa è stata l’occasione di un attacco politico. A sferrarlo è stato il responsabile immigrazione della Lega Nord, Manes Bernardini. Non ha peli sulla lingua e nelle sue accuse non fa sconti e fa nomi e cognomi. ” Il ministro Alfano, che fino ad oggi ha dormito sonni beati invece di porre un freno alle ondate immigratorie, oggi non può chiamarsi fuori dalle responsabilità. Stiamo subendo un’invasione, stiamo vivendo drammi personali e contando vittime. Il tutto – prosegue – mentre Alfano sembra cotto dalla calura estiva (e dalla condanna di Berlusconi) e la collega Kyenge rincorre i post ingiuriosi di pochi deficienti per farsi incensare ad ogni uscita pubblica. Qui a dominare sono solo il silenzio e il vuoto decisionale”. La conclusione delle dichiarazioni è un confronto iconografico che non lascia dubbi sulle idee dell’esponente della Lega Nordi. “E intanto l’immagine dell’Italia affonda – dichiara – come quella dei clandestini inghiottiti dal mare tra l’indifferenza dell’Esecutivo e i piagnistei della Boldrini di turno”.
E da Roma torniamo a Catania dove la donna che rappresenta lo Stato sul territorio a pochi giorni dal suo insediamento deve affrontare una grande emergenza come questa. Il prefetto di Catania, Maria Guia Federico, commenta: “Una tragedia che mi ha colpito profondamente, anche per la giovane età delle vittime: pensavano di essere in salvo e hanno perso la riva proprio a pochi metri dalla riva”. Ma dopo il dolore il prefetto non perde di vista l’operatività dell’emergenza. “Vista la presenza di minorenni non accompagnati – dichiara Maria Guia Federico – dovremo trovare dei centri speciali per accoglierli. Vedremo se sarà il caso di disporre un assistenza temporanea in attesa delle valutazioni del caso”.
La Cgil chiede l’intervento immediato di tutte le Istituzioni Governo e Regione affinchè si ponga fine a questa “mattanza” di uomini nei mari dell’Isola. “Tutte le coste siciliane rappresentano un illusione di libertà per migliaia di innocenti, ma anche potenziali tombe dove perdere vita, dignità e speranza. Tutto questo non può continuare”. E il segretario Angelo Villari commenta con amarezza questo lutto arrivato proprio in un giorno che tutto il mondo economico, imprenditoriale e sociale aspettava con trepidazione, l’arrivo dei 12 mila turisti doveva rappresentare una sorta di nuovo inizio. “Lo sbarco disperato dei migranti – scrive in una nota la Cgil – avvenuto nell’alba di oggi sveglia le nostre coscienze e arriva, ironia della sorte, in un giorno finalmente denso di opportunità turistiche per la città”.
Patrizia Maltese e Giacomo Palazzolo, rispettivamente segretaria provinciale e Responsabile provinciale dei Rapporti con i movimenti del Partito dei Comunisti italiani etnei pungono le responsabilità degli uomini del potere: “Queste morti – dichiarano – non sono opera del destino cinico e baro, ma di politiche dell’immigrazione che possiamo definire soltanto assassine”
Parlano di tratta degli essere umani i parlamentari siciliani de La Destra, Nello Musumeci e Gino Ioppolo: “È un genocidio annunciato che resterà tale finché nel mondo non vi saranno condizioni di maggiore equità sociale”: I due inoltre annunciano che presenteranno “una interpellanza urgente al governo siciliano per chiedere quali iniziative straordinarie in tema di protezione civile intenda assumere per affrontare questa continua emergenza sulle nostre coste”
“Il Comune di Catania si faccia carico dei funerali delle sei vittime del mare e delle criminali politiche sull’immigrazione”. E’ l’appello delle associazioni catanesi Rete antirazzista, Catania Bene Comune, Arci Catania e collettivo Experia. Il Comune ha raccolto l’invito: il 14 agosto sarà lutto cittadino. E Matteo Iannitti /Catania Bene Comune) sul suo profilo facebook scrive: “Forse il mondo può cambiare”.
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10 Agosto 2013, 17:10