14 Marzo 2015, 06:30
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CATANIA. I minuti immediatamente successivi all’incidente costato la vita a Daniele Samperisi, giovane allievo della scuola di polizia penitenziaria di San Pietro Clarenza, sono stati al centro dell’ultima udienza del processo che vede imputato per omicidio colposo Salvatore Saraceno, alla guida dell’auto che ha investito il 23enne giarrese.
A ricostruire quei drammatici momenti, davanti al giudice della seconda sezione penale del tribunale di Catania Giuseppina Montuori, sono stati gli ispettori Domenico Nicotra e Antonio Pennisi, agenti in forza alla scuola di polizia penitenziaria frequentata dalla giovane vittima, tra i primi ad arrivare sul luogo dell’incidente. A citarli il legale di parte civile Enzo Iofrida, che ha chiesto e ottenuto l’acquisizione di quattro fotografie scattate dall’ispettore Pennisi in via Siracusa a San Pietro Clarenza, sul luogo del sinistro. Il teste quella mattina percorreva la via a bordo di uno scooter quando, stando al suo racconto, si sarebbe trovato al centro della corsia l’auto dell’imputato, in posizione obliqua e rivolta nella direzione di marcia contraria. Posizione confermata anche dall’ispettore Nicotra, giunto pochi minuti dopo. L’impatto con la moto guidata dal 23enne sarebbe avvenuto con la parte anteriore sinistra della vettura. A colpire il testimone i frenetici movimenti sul selciato del giovane che, sbalzato oltre l’auto, si teneva la testa tra le mani. Trasportato in ambulanza all’ospedale Garibaldi di Catania, morirà otto giorni dopo nel reparto di Rianimazione. Il difensore di fiducia dell’imputato, Luca Landolina, ha rivolto un’unica domanda all’ispettore Pennisi, chiedendo se il centauro indossasse il casco al suo arrivo. Negativa la risposta del teste.
Con la rinuncia all’escussione della titolare del chiosco, posizionato a pochi metri dal luogo dell’incidente e del quale sono state già acquisite le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza, si è conclusa la lista dei testi di parte civile. A salire sul banco dei testimoni è stato poi il geometra Domenico Massei, consulente della difesa. Secondo la perizia di parte compiuta sul luogo, due anni dopo il sinistro, la moto guidata dalla vittima sarebbe andata a 100 Km orari e l’auto, al momento dell’impatto, sarebbe stata ferma e in posizione non obliqua. Sarebbe stato l’urto a spostarla di circa 70 centimetri. Il difensore di Salvatore Saraceno ha chiesto e ottenuto l’acquisizione della relazione redatta dal geometra Massei.
Il giudice ha infine acquisito lo schizzo planimetrico dei luoghi, compiuto dagli agenti della polizia municipale nell’immediatezza dei fatti. Chiusa l’istruttoria dibattimentale, si tornerà in aula l’1 aprile per le discussioni delle parti.
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14 Marzo 2015, 06:30