La morte del rais Cataldo | Un uomo entrato nel mito

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21 Luglio 2018, 16:26

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PALERMO – Classe 1941, Gioacchino Cataldo portava con sé “tutta la cultura della pesca del tonno dal XII secolo”. Così lo chef Carlo Cracco celebrò a Masterchef, poco tempo fa, l’ultimo dei rais di Favignana che si si spento a 77 anni.

Alto un metro e 90 centimetri era un gigante buono. Quarantaquattro anni vissuti da pescatore, di cui undici a dettare gli ordini durante la mattanza. “Da bambino – raccontò di sé – vedevo mio padre che tirava i tonni ma non potevo mai pensare che la pesca portasse tanta adrenalina”.

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Nel 2006 Gioacchino Cataldo era stato dichiarato “tesoro umano vivente” ed era stato iscritto nel Registro delle eredità immateriali della Sicilia, un vero e proprio riconoscimento dell’Unesco promosso dal’assessorato ai Beni culturali. Lui stesso aveva detto: “La cultura della tonnara va sparendo. Si parla sempre del passato. Quando finirà la generazione di chi ha 40-50 anni si perderanno molti mestieri legati alla pesca perché i giovani non imparano più”.

Dopo il 2007, anno dell’ultima mattanza, Gioacchino aveva iniziato a divulgare dell’arte della pesca del tonno nelle scuole. Raccontava le tradizioni di Favignana e narrava le storie delle mattanze che è stata la sua vita. Era non solo un pescatore, ma anche un esperto delle tecniche di cucina del tonno. E aveva fatto da prof a tanti chef e studenti dell’alberghiero. 

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21 Luglio 2018, 16:26

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