12 Febbraio 2021, 20:04
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PALERMO – Non ci sono né video, né inviti, né messaggi che riconducano a una sfida social. Nel cellulare di Antonella Sicomero, la bimba di 10 anni morta per asfissia il 20 gennaio scorso nella sua abitazione alla Kalsa, non ci sono tracce di una prova estrema su Tiktok.
La piccola Antonella si è legata una cintura al collo mentre era in bagno e ha legato l’altra estremità al porta asciugamani. Se davvero stava partecipare a una challenge non resta che accertare se lo stesse facendo in diretta.
E qui le indagini si complicano. La Procura della Repubblica di Palermo quella per i minorenni hanno chiesto informazioni ai principali social network, da Facebook a Tiktok. Si tratta di una operazione che richiede la collaborazione di paesi stranieri.
Si devono seguire delle procedure analoghe a quelle delle rogatorie internazionali, quando un atto investigativo o processuale deve svolgersi al di fuori della competenza territoriale italiana.
Nel frattempo gli investigatori della squadra mobile di Palermo stanno studiando la memoria del telefonino – audio, video, foto, messaggi, chat – così come la cronologia dei siti web consultati dalla giovane vittima.
Antonella potrebbe fatto delle ricerche sulla sfida estrema per poi replicarla nel bagno di casa. Il quadro finora emerso rende debole l’ipotesi di istigazione al suicidio anche alla luce delle testimonianze raccolte dal procuratore aggiunto Laura Vaccaro e dal capo della Procura dei minori Massimo Russo.
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12 Febbraio 2021, 20:04