11 Settembre 2015, 17:56
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PALERMO – Il cognome non può essere una colpa. La parentela con un boss sanguinario non può giustificare il licenziamento. Neppure se sei una Riina, figlia di Gaetano e nipote di Totò, il capo dei capi di Cosa nostra.
Maria Concetta Riina, 39 anni, fedina penale immacolata, si è liberata di un macigno e potrebbe tornare a lavorare come segretaria alla concessionaria Mondo Auto 3 di Marsala. Lo ha deciso il Tar che ha sospeso l’effetto dell’informativa interdittiva del prefetto di Trapani da cui era scaturito il licenziamento. Una vicenda raccontata nei mesi scorsi da Livesicilia. La parola passa al suo vecchio datore di lavoro che, nelle more della trattazione nel merito del ricorso, potrà avvalersi di nuovo della sua collaborazione. Di fatto, però, i giudici amministrativi si sono già espressi nel merito della vicenda. Scrivono, infatti, che “l’informativa impugnata da cui è scaturito il licenziamento risulta adottata senza adeguata istruttoria ed esclusivamente sulla base di legame parentale con noti pregiudicati della stessa ricorrente, che era segretaria della concessionaria”.
“La inquietante presenza nell’azienda della citata signora Riina – si leggeva nel documento prefettizio – fa ritenere possibile una sorta di riverenza da parte del titolare nei confronti dell’organizzazione mafiosa ovvero una forma di cointeressenza della stessa organizzazione tale da determinare un’oggettiva e qualificata possibilità di permeabilità mafiosa anche della società immobiliare”. Con la Riina in organico niente “liberatoria antimafia”. E senza liberatoria si resta tagliati fuori dal mercato. A mali estremi rimedi estremi: il titolare aveva deciso di mandare a casa Maria Concetta Riina, pur ammettendo di essere “costretto a licenziarla, nonostante abbia apprezzato nel tempo le sue doti e correttezza professionale”. Insomma, Maria Concetta Riina era stata una brava lavoratrice, ma bisognava allontanare ogni sospetto di mafiosità.
La decisione del Tribunale amministrativo regionale ribalta le cose e dà ragione alla donna, assistita dagli avvocati Salvatore Raimondi, Luigi Raimondi e Giuseppe La Barbera. Il provvedimento di sospensione è stato adottato dalla prima sezione presieduta da Nicolò Monteleone, e composta da Caterina Criscenti e Luca Lamberti. I giudici amministrativi hanno riconosciuto Il titolare della rivendita di auto rappresentante legale anche della società Immobiliare Sciacca S.r.l. aveva presentato anche lui ricorso contro il licenziamento. Ricorso anche questo accolto.
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11 Settembre 2015, 17:56