La nomina di Vazzana "è illegittima" | "Blandi" i requisiti nel curriculum - Live Sicilia

La nomina di Vazzana “è illegittima” | “Blandi” i requisiti nel curriculum

Il giudice del Lavoro di Palermo ha ordinato all'assessorato al Territorio di rifare la selezione

PALERMO – La nomina Francesco Vazzana a direttore dell’Arpa Sicilia è illegittima. A stabilirlo è stato il giudice del lavoro di Palermo Matilde Campo che in questi giorni ha valutato la domanda di annullamento avanzata da un altro pretendente, Antonino Isgrò, e ha ordinato all’assessorato regionale al Territorio di avviare nuove selezioni per il conferimento  dell’incarico di direttore dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale. Agli occhi del magistrato, rispetto ai requisiti che dovevano essere forniti, quelli provati del curriculum di Vazzana sono apparsi “assai blandi” mentre, più in generale, “si rivela evidente una palese violazione” del sistema di regole che disciplina il conferimento dell’incarico . La nomina era stata conferita durante il governo Crocetta.

Secondo le norme nazionali e statali gli aspiranti direttori generali devono avere una laurea nel settore ambientale e almeno una esperienza quinquennale di direttore tecnico o amministrativo, in strutture private o pubbliche, negli ultimi dieci anni. Questi elementi rendono la scelta del direttore un procedimento che obbliga chi deve conferire l’incarico a “a valutazioni anche comparative degli aspiranti, all’adozione di adeguate forme di partecipazione ai processi decisionali e ad esternare le ragioni giustificatrici delle scelte”.

L’atto, però, sarebbe tutt’altro che motivato e agli occhi del giudice è apparso privo di “un doveroso, puntuale ed indefettibile corredo motivazionale a proprio sostegno”, tanto da mettere “in dubbio la stessa effettiva comparazione tra gli aspiranti selezionati dalla Commissione”. Il decreto assessoriale di nomina farebbe così riferimento alle esperienze in materia di protezione ambientale e userebbe “formule meramente tautologiche” e “stereotipi” senza però soddisfare quanto richiesto.

L’incarico sarebbe stato, infatti, conferito “dopo – così si legge nella sentenza – avere stringatamente liquidato come ‘presenti’ i ‘requisiti richiesti per il conferimento dell’incarico’ e ritenendo piuttosto decisiva ‘una competenza professionale e trasversale’ nel ‘settore delle Verifiche dell’Impatto ambientale’ nonché nelle problematiche ‘connesse allo smaltimento dei rifiuti, alla depurazione delle acque ed alle bonifiche ambientali’, inserendosi l’uno e le altre fra le specifiche attività dell’Arpa stessa da potenziare”.

Scarse sarebbero quindi le giustificazioni e i titoli per dimostrare quanto richiesto dalle regole sull’incarico e cioè dell’esperienza della gestione di  risorse umane, tecniche o finanziarie. Al giudice non è stato dunque chiaro come mai “una singola esperienza di amministratore unico di una società privata sia stata ritenuta più meritevole delle numerose e diversificate esperienze di direzione tecnica e amministrativa documentate da un altro candidato”.  Non si spiega insomma, perché, malgrado ci fossero altri candidati che rispondevano in modo più adatto ai requisiti, si sia deciso comunque di conferire l’incarico a Vazzana. La procedura è stata così dichiarata illegittima.

La pronuncia ha portato con sé le reazioni del mondo politico e in particolare del Movimento cinque stelle. “Dove non arrivano il buon senso o il tempismo del governo regionale – commentano i deputati regionali del Movimento 5 Stelle e componenti della commissione Ambiente all’Ars Valentina Palmeri, Giampiero Trizzino, Stefania Campo e Nuccio Di Paola -, ci pensa la magistratura: la sentenza del Tribunale del lavoro che giudica illegittima la nomina di Vazzana come direttore di Arpa Sicilia mette finalmente la parola fine a una vicenda sulla quale avevamo espresso ogni contrarietà fin dall’inizio. Nessuno ci ha ascoltati. Tra l’altro – proseguono -, appena dieci giorni fa avevamo nuovamente richiamato l’attenzione sulla nomina di Vazzana, alla luce del sequestro milionario a suo carico disposto dalla Procura regionale della Corte dei conti calabrese. Anche qui, silenzio totale da parte dell’assessore Cordaro e del presidente Musumeci. Adesso possono restare in silenzio, e forse è l’unica cosa che resta loro da fare, mentre rimuovono Vazzana da un incarico finora ricoperto illegittimamente”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI