28 Aprile 2016, 05:37
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CATANIA – “Cristiani grandi, cristiani che hanno fatto la storia, persone che hanno costruito”. Sono queste le parole usate dall’uomo d’onore Franco Amantea per descrivere i boss dei Santapaola. Il paternese parla di “storia” e di “costruzione” durante uno dei summit monitorati dal Ros di Catania nell’inchiesta Kronos in cui avrebbero partecipato due dei tre personaggi ritenuti dagli inquirenti i vertici della nuova cupola di Cosa nostra catanese. Avrebbe avuto un posto di rilievo u Zu Turi Seminara, il capo della mafia ennese e l’anziano del gruppo, Francesco Santapaola, cugino di secondo grado di Nitto Santapoala e colui che porta il nome della famiglia di sangue, e infine, Pippo Floridia, uomo del clan Nardo di Lentini.
All’ultima riunione prima degli arresti della scorsa settimana Ciccio Santapaola non era presente. Anche perchè l’incontro doveva servire a risolvere i contrasti tra il capo siracusano e il boss calatino. U Zu Turi Seminara sarebbe stato accusato di un ammanco delle estorsioni e inoltre si sarebbe offeso per la poca considerazione in merito al presunto attentato ai danni di due suoi picciotti (Giovanni Pappalardo e Salvatore Di Benedetto). Oltre a Floridia, Amantea e Seminara le cimici dei Ros registrano le voci dei fratelli Galioto (che avrebbero fornito la masseria) e Rosario Scavo Bontempo.
Non sarebbero mancate le tensioni tra i boss dei Santapaola. Addirittura Amantea prima dell’arrivo di Seminara avrebbe preparato con i suoi la versione da fornire allo Zu Turi “per rabbonirlo ed evitare pericolosi equivoci”. La dialettica del diplomatico Amantea sarebbe stata “garbata” ma “durissima” e “orgogliosamente chiedeva spiegazioni sull’evoluzione dei loro rapporti compromessi dalla mancanza di fiducia”. Nell’ultimo incontro del 29 febbraio alcuni si sarebbero presentati armati e pochi giorni prima era anche saltata un’altra riunione. Insomma la tensione era misurata, ma palpabile. Alla fine però Seminara sembra accettare la mediazione di Amantea per far tornare gli equilibri. Una presa di posizione solo di facciata perchè in realtà U Zu Turi dopo il summit andrà a riferire a Di Benedetto e Pappalardo che Pippo Floridia avrebbe voluto la loro testa. Un’istigazione secondo la magistratura per cercare di mandare via i Nardo dal calatino, dovre avrebbero gestito diverse estorsioni.
Se Pippo Floridia non sarebbe piaciuto a Turi Seminara, capo della famiglia a Caltagirone (che però doveva lasciare libero il territorio di Ramacca e Palagonia a Alfonso Fiammetta tornato ai domiciliari dopo l’inchiesta Iblis), avrebbe potuto però contare sul “favore” di Francesco Santapaola. Il reggente – così ricostruiscono gli inquirenti – avrebbe preteso da Seminara una parte degli introiti delle estorsioni. Gli equilibri tra i tre capi, dunque, erano sempre sul filo del rasoio. Il nuovo capo, accompagnato da una scorta armata come solitamente succede per un boss mafioso, partecipa a tre su quattro degli incontri seguiti in diretta dai Ros dall’estate 2015 a febbraio 2016. Unico incontro disertato da Santapaola è stato quello a Paternò due giorni prima di Natale: a rappresentare la famiglia c’era Roberto Vacante (genero di Salvatore Santapaola, fratello del capomafia Nitto e arrestato qualche mese fa nell’operazione Bulldog).
Il primo sentore agli investigatori che fosse Francesco Santapaola ad aver preso lo scettro di reggente della mafia di Catania è stata un’intercettazione del febbraio del 2015. Salvatore Di Benedetto (uomo del calatino) avrebbe spiegato a Benito Brundo e Francesco Scirè, inteso il Barone, che gli affari dei Mirabile nel calatino erano gestiti ora direttamente dalla famiglia Santapaola. Riferiva inoltre che chi comandava il clan (in quel momento) era Francesco, figlio di Turi e persona diversa dal figlio di Nitto. Un’altra intercettazione porta al nome di Francesco Santapaola. Un mese fa, a marzo per la precisione, Di Benedetto e Pappalardo commentavano un episodio in cui Pippo Floridia aveva presentato Francesco Santapaola come rappresentante dello zio Nitto. Va detto che Salvatore Di Benedetto era un personaggio di cui i boss non sembravano fidarsi. La sua poca “affidabilità” era stata oggetto anche di discussione di alcuni summit.
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28 Aprile 2016, 05:37