La parruccaia uccisa in via Dante| Mille “frame” per trovare il killer

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05 Aprile 2019, 20:06

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PALERMO – E’ una lunghissima carrellata di immagini quella che dovrà essere esaminata dalla procura per dare un volto all’assassino di Antonietta Giarrusso. Sono più di 1300 i fotogrammi isolati dai video estrapolati dalle telecamere di via Dante, che potrebbero avere immortalato chi, quel 30 aprile del 2012, ha ucciso la parruccaia nel retrobottega del suo storico negozio.

Frame” che dovranno essere analizzati singolarmente per ricostruire, in particolare, i movimenti di un uomo che quella mattina si trovava nei pressi della bottega. D’intesa con il pubblico ministero Renza Cescon la nipote, Daniela Carlino, ha prima visionato i video del circuito di sicurezza di due attività commerciali: circa quindici ore di filmati in cui potrebbe nascondersi una verità attesa ormai da quasi sette anni.

L’uomo sospetto, avrebbe stazionato nei pressi dell’ingresso del negozio di “Ninni” Giarrusso, si sarebbe guardato attorno, gettando poi qualcosa in un cassonetto. Dopo pochi istanti, mettendo le mani in tasca, avrebbe attraversato la strada di corsa.

I fotogrammi che hanno riacceso la speranza e potrebbero portare le indagini ad una svolta, si concentrano tra le 9 e le 11,30, l’orario in cui chi ha sferrato le coltellate mortali è presumibilmente entrato in azione. Un’operazione necessaria per individuare gli elementi più importanti venuti a galla dalle immagini, che ritraggono il viavai di persone della centralissima via Dante, dagli operai di una ditta, ai passanti, fino ai clienti delle attività commerciali.

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E poi la strana presenza di quell’uomo, dal comportamento poco chiaro. Ma è soltanto uno degli spunti che arrivano dalla nipote di Antonietta Giarrusso e dal suo legale, Stefano Santoro, che alla procura hanno segnalato anche un’intervista rilasciata alla trasmissione “Quarto Grado”, il giorno dopo il delitto. Al microfono dell’inviato a Palermo, parlò il titolare di un negozio vicino a quello della parruccaia, raccontando di un uomo che aveva bussato più volte alla sua porta, cercando la donna nelle prime ore della mattina. Poco dopo, la 63enne sarebbe stata trovata senza vita, massacrata con ventisette coltellate ed un paio di forbici conficcate in gola.

“Io non mi fermo – dice la nipote Daniela Carlino – perché anche se sono passati sette anni, il tremendo dolore per la perdita della mia amata zia non si placa. In quei fotogrammi potrebbe esserci il volto di chi ha agito con la ferocia che non le ha lasciato scampo. So per certo che mia zia era preoccupata negli ultimi tempi, che qualcosa la angosciava, ma a distanza di tempo non sono ancora riuscita a capire se quel turbamento era legato a ciò che le è successo.

Dopo il delitto, tra i più efferati degli ultimi anni nel capoluogo siciliano, le indagini andarono avanti senza sosta. Una quindicina le persone sospettate e sottoposte all’esame del dna, visto che quello dell’assassino era stato trovato sulla tenda del negozio. Le analisi portarono ad un nulla di fatto: amici, parenti, conoscenti, commercianti della zona e persino un transessuale, cliente della Giarrusso, furono coinvolti, ma l’assassino è ancora oggi a piede libero.

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05 Aprile 2019, 20:06

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