20 Novembre 2015, 15:02
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PALERMO – La corsa contro il tempo per far partire il tram entro l’anno si preannuncia più accidentata del previsto. L’infrastruttura, costata oltre 300 milioni di euro, è infatti praticamente pronta e potrebbe essere inaugurata a stretto giro di posta, se non fosse che ancora il consiglio comunale non ha deciso a chi affidarne la gestione. La giunta Orlando ha infatti approvato la rimodulazione del contratto di servizio dell’Amat che però non è ancora giunta a Sala delle Lapidi, che a questo punto dovrebbe bruciare le tappe per consentire il rispetto dei tempi previsti.
L’atto è fermo negli uffici e ha già scatenato le polemiche, visto che contiene anche le tariffe per la nuova Ztl. Ma a rendere la strada ancora più ripida ci ha pensato oggi il centrodestra che ha tenuto una conferenza stampa sul nuovo contratto di servizio. “L’atto presenta anomalie e criticità certificate anche dagli uffici, ci sono errori macroscopici che non ne permettono l’approvazione a meno di provocare un danno erariale, va rispedito al mittente e se ne riparlerà il prossimo anno”, dicono in coro un folto gruppo di consiglieri comunali e di circoscrizione, tra cui i forzisti Giulio Tantillo, Giuseppe Milazzo, Giuseppe Federico e Angelo Figuccia, il capogruppo del Misto Mimmo Russo e Felice Bruscia del Cantiere popolare-Forza Italia. Una prova di forza, quella del centrodestra, che per la prima volta dopo tanto tempo si presenta compatto e potrebbe, a conti fatti, mettere in difficoltà la maggioranza.
A pesare, inoltre, sono anche le valutazioni del collegio dei Revisori dei Conti. Il 18 novembre i Revisori hanno infatti messo nero su bianco che prima bisognava approvare il budget di Amat, poi il piano industriale, successivamente il contratto di servizio e infine il bilancio di previsione del Comune. Una sequenza prevista per legge e necessaria per “una chiara e intellegibile sequenza e una coerenza dei dati e delle dimensioni economico-finanziarie”. Peccato, però, che il budget ancora non ci sia: l’Amat non lo ha rimodulato e inviato. Insomma, manca il primo tassello senza il quale tutto l’iter rischia di avere i piedi d’argilla, come certificato anche dalla Ragioneria generale che si spinge addirittura oltre: il fatto che manchi il piano industriale significa, in poche parole, che la bozza di contratto è un mero atto di indirizzo senza alcuna efficacia. Ma all’appello, come scrivono anche gli uffici, mancano pure “le certificazioni del Collegio sindacale di Amat e dei Revisori della società”.
“Approvare il contratto così com’è ci esporrebbe al danno erariale, è irricevibile”, sentenzia Tantillo. Il problema è che, terminato il pre-esercizio e senza contratto, i tram si fermeranno, con tanto di penale per Amat, a meno che la stessa azienda non proceda in deroga: cosa che però la esporrebbe a rischi elevatissimi visto che, in caso di affidamento ad altri soggetti, perderebbe i soldi investiti. “Noi chiediamo che si faccia una gara europea – continua Tantillo – affidando il tram con procedure trasparenti”.
Il capogruppo forzista, in conferenza stampa, ha inoltre illustrato una serie di criticità del contratto, messe nero su bianco in una lettera inviata al Segretario generale. “Il contratto di servizio vigente scade nel 2035, mentre la rimodulazione prevede una scadenza nel 2017 – dice Tantillo – il tutto, secondo noi, nasce dalla errata interpretazione di una legge regionale che riguarda le autolinee e fa salve le concessioni vigenti. Anche perché quale banca accetterebbe di rilasciare un mutuo a una azienda con un contratto così breve? Se invece la legge regionale si applicasse anche all’Amat, allora non si potrebbe procedere con l’affidamento di nuovi servizi come il tram fino all’approvazione di un apposito piano regionale. Per non parlare del fatto che dal 2005 non si aggiornano i corrispettivi da conferire all’azienda, nonostante il contratto preveda altro”.
Il testo approvato dalla giunta, inoltre, presenta riferimenti temporali ormai scaduti e riporta, scritta a penna, anche una aggiunta: la mancata approvazione del contratto provocherebbe danni erariali. Aggiunta che, secondo alcune indiscrezioni, l’amministrazione vorrebbe però rimuovere. “Nel 2005 erano previsti 24 milioni di chilometri l’anno – continua Tantillo – oggi scenderebbero a 13,8, di cui il tram potrebbe coprire solo il 10-15%. Non è indicato il costo del tram, distinto da quello su gomma, cosa invece prevista dalla normativa Monti, e inoltre chiediamo di abbassare la franchigia dal 18 al 5%. Le fatture bimestrali non possono essere pagate per l’80% entro 30 giorni, ma è anche vero che il Comune non le ha mai pagate in tempo. La commissione europea è pronta a stanziare 80 milioni per la Sicilia, di cui circa 20 per la mobilità sostenibile di Palermo, ma di questo al Comune nessuno sa nulla”.
Infine spazio anche per ztl, strisce blu, car e bike sharing. “Il tram costa 13 milioni l’anno, di cui 3 per l’elettricità, 7 per il global service e altri 3 per il personale – attacca Tantillo – incasseremo 7 milioni dai biglietti, il che vuol dire che si perdono 6 milioni l’anno. Se le Ztl servono per questo, allora perché applicare tariffe che darebbero ad Amat ben 30 milioni? Rendiamo gratuite le Ztl o tagliamo il corrispettivo. Inoltre non si capisce perché il Comune dovrebbe concedere gratuitamente i parcheggi per car e bike sharing, curandone la manutenzione ma senza riceverne nulla in cambio. C’è poi la questione strisce blu: si creeranno quelle B, ossia quelle che tutti dovranno pagare, anche i residenti. Un’assurdità”.
“Prevedono 950 stalli blu in più, mantenendo però i verificatori a part-time, il che non consentirà controlli costanti”, aggiunge Mimmo Russo. “Stanno lasciando il consiglio con l’acqua alla gola, convinti che così ci costringeranno a votare il contratto – precisa Milazzo – per noi può anche partire in deroga”. “Sono convinto che il segretario risponderà ai quesiti che condivido – dice Bruscia – il parere dei Revisori non mette il consiglio nelle condizioni di approvare il contratto. Sulle Ztl questa amministrazione non vuole affrontare il problema dell’inquinamento, dobbiamo disincentivare l’uso dell’auto”. “Il contratto di servizio Amat è un furto ai danni dei palermitani: sperare di colmare i buchi con Ztl e strisce blu significa mettere le mani in tasca ai cittadini, senza dare in cambio un servizio migliore. Che senso ha far pagare 60 euro l’anno per a una auto elettrica che non inquina? Modificheremo pesantemente l’atto, anche alla luce dei numeri contenuti nella relazione: Amat, a confronto con il resto d’Italia, è ancora fanalino di coda”, polemizza Federico.
“La rimodulazione del contratto di servizio dell’Amat decisa dalla Giunta Orlando lo scorso 9 ottobre è un vero e proprio pasticcio, che rischia di provocare danni irreparabili – afferma Figuccia – si rischia di trascinare non soltanto l’Amat ma l’intero Comune di Palermo verso il dissesto finanziario. Tutta colpa, si fa per dire, del tram, la cui gestione è ancora in alto mare, nonostante entro il prossimo 31 dicembre debba entrare obbligatoriamente in funzione, se non vogliamo restituire all’Unione Europea i 300 milioni di euro che è costata la sua costruzione”.
LE REAZIONI
“La ritrovata unità del Centrodestra sul tema del contratto di servizio dell’AMAT è un elemento decisamente positivo, perché finalmente fa chiarezza su un aspetto chiave della Palermo di oggi e di domani. Il centrodestra si schiera in modo compatto e chiaramente ideologico a favore del traffico privato e dello status quo, contro la mobilità dolce e sostenibile rappresentata dal trasporto pubblico”. L’assessore alla Mobilità Giusto Catania risponde innanzitutto sul piano politico alla conferenza stampa “che ha visto oggi riunirsi l’opposizione di centro destra per ribadire la scelta di fondo a favore del traffico privato e della privatizzazione del trasporto di massa”. “Non è un caso – prosegue Catania – che vi sia da parte del centro destra una chiara posizione ideologica a favore della gestione privata del Tram, che costituisce uno degli elementi, se non il principale elemento che può segnare, con il car-sharing e il bike-sharing lo strumento di rilancio di un sistema integrato ed intermodale finalmente valido ed alternativo all’uso dei mezzi privati, imponendo una inversione di tendenza rispetto al traffico e all’inquinamento in città. Nel corso della conferenza stampa – secondo Catania – sono stati forniti alcuni dati errati, in primis quello sulla normativa che regola la durata del contratto di servizio, che per scelta della Regione non può andare oltre il 2017. Rispetto al tema degli aspetti formali legati ai tempi di approvazione del budget, del piano industriale e del contratto – spiega poi l’assessore – è evidente che quest’anno ci troviamo di fronte ad una situazione eccezionale che solo chi non vuol vedere non vede. L’entrata in funzione del Tram ha ovviamente un enorme impatto sul budget dell’azienda e pertanto un bilancio fatto sulla scorta dei dati degli anni precedenti risulterebbe del tutto falsato e fuori dal contesto. Infine un richiamo alla logica politica che sta dietro al contratto di servizio: “il punto di riferimento di questo Contratto, come di tutti gli atti riguardanti la programmazione del ruolo di AMAT nel sistema dei trasporti cittadino, è il PGTU approvato dal Consiglio comunale, nel quale è chiaramente indicato come sia necessario prevedere che le risorse disponibili e quelle che lo sarnno in futuro siano indirizzate a migliorare il sistema del trasporto pubblico e a stimolarne la fruizione da parte dei cittadini. Chiunque continui ad ignorare questo dato, si pone solo come un anacronistico estimatore della situazione che ha fatto di Palermo una delle capitali del traffico e che invece, con il PGTU di cui il contratto AMAT è espressione vuole guardare al futuro della sostenibilità”.
“Spero che il Consiglio Comunale deliberi presto in merito all’ affidamento del tram – dice il presidente della Seconda Circoscrizione Antonio Tomaselli – non accetteremo ulteriori rallentamenti o penali, dopo aver subito mesi di disagi. Siamo fiduciosi ma allertati e pronti a protestare se necessario, fino a costituirci parte civile”.
“Molti dei rilievi sollevati dal centrodestra sono condivisibili e vanno approfonditi con cura, visto che in ballo ci sono la gestione di uno dei servizi più importanti per la mobilità di Palermo e il prelievo forzoso, tramite il pass delle Ztl, dalle tasche dei palermitani. Il ritardo della presentazione del contratto di servizio al consiglio, ancora non arrivato, non solo è pericoloso per l’Amat ma rappresenta anche un out out che il Consiglio potrebbe non accettare visto i numerosi errori della delibera. Ora il tram rischia di partire senza alcun affidamento, in proroga, in attesa di una gara pubblica prevista per legge. Che pasticcio, solo una amministrazione così arruffona poteva arrivare a tanto su di un atto così importante. Noi consiglieri stiamo venendo a conoscenza dei numeri della gestione del tram solo in questi giorni e inoltre la relazione dei Revisori non lascia tanti spazi di manovra, anzi boccia sonoramente il percorso sin qui fatto dall’amministrazione. Tutti i nodi vengono sempre al pettine. L’Assessore Abbonato è inadeguato al ruolo politico che ricopre. I palermitani per ora hanno visto il lato peggiore del tram e hanno fatto i conti giornalmente e per anni con traffico, lavori e disboscamento del verde cittadino. Ora il Sindaco si assuma tutta la responsabilità di questo ennesimo pasticcio di un suo assessore della sua giunta e trovi la soluzione per dare ai palermitani un’opera così importante senza il rischio di fare fallire l’Amat”. Lo dice il consigliere Filippo Occhipinti.
“Non è stato ancora presentato in Consiglio comunale il contratto di servizio da stipulare con Amat, che dovrebbe introdurre la gestione del servizio tranviario in capo alla stessa azienda. Un ritardo ingiustificabile che renderà difficoltoso per il Consiglio un’analisi approfondita di atti così delicati. “Appare poco chiara la previsione che le entrate derivanti dalle tariffe per l’accesso alle Ztl, stimate in 30 milioni annui, debbano essere ‘accertate e riscosse’ dall’azienda. L’Amat non ha sicuramente questa tipologia di funzioni e poteri che sono invece di stretta competenza del Comune”. Lo dichiarano la vicepresidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo Nadia Spallitta e la presidente della Terza commissione Luisa La Colla, del gruppo del Pd. “Riteniamo ugualmente anomala – spiegano Spallitta e La Colla – la circostanza per la quale le entrate e le uscite provenienti dalle Ztl non siano iscritte nel bilancio comunale che, invece, è l’unico documento che dovrebbe registrarne la sussistenza con relativa destinazione. In ogni caso non è pensabile che il funzionamento di un tram – proseguono – possa gravare sull’economia dei cittadini, che pagherebbero due volte (prima con le Ztl e poi con biglietti e abbonamenti) l’utilizzo di questo mezzo pubblico”. Non va dimenticato che negli ultimi tre anni la pressione fiscale è aumentata di 150 milioni e che questa tassa si pone anche in contrasto con la libertà di circolazione dal momento che le Ztl non sono collegate all’accertamento delle zone inquinate della città e non rappresentano, strutturate in questa maniera, uno strumento di contenimento dell’inquinamento atmosferico. “Con il gruppo del Pd – aggiungono – abbiamo presentato degli emendamenti al Bilancio che sopprimono ogni eventuale entrata connessa con le tariffe per l’accesso alle Ztl e che introducono, per garantire la copertura dei costi di gestione del tram laddove venisse affidato ad Amat, le somme derivanti dalla lotta all’evasione fiscale e dal condono edilizio: ci sono oltre 60 mila istanze (per un’ammontare di circa 70-80 milioni di euro) ferme da troppi anni. Riteniamo che la gestione del tram – concludono Spallitta e La Colla – non debba gravare sui cittadini e non debba essere pagata con le Ztl, perché esistono altre risorse comunali che possono consentire ugualmente l’avvio del servizio”.
“Il tram è un’opera strategica per la mobilità, finalmente arrivata al traguardo, ma ora rischia di ricevere un clamoroso autogoal dalla stessa Amministrazione Comunale”. Lo dicono Dario Chinnici (vicepresidente della Terza Circoscrizione) e Carmelo Miceli (segretario del Pd di Palermo) in merito al termine dei lavori della linea tranviaria n.1 che di fatto rimarrà bloccata per l’assenza del contratto di servizio con l’Amat. “Dopo ben 8 anni di lavori – prosegue Chinnici – il contratto di servizio con Amat non è ancora arrivato in Consiglio Comunale, rischiando di vanificare tutti quei sacrifici e disagi che la cittadinanza intera ha sopportato fino ad ora.” “Si parla di penali da pagare in caso di ritardo dell’avvio dell’esercizio tranviario o addirittura di gestione ai privati. Il rischio è di ritrovarsi l’intera opera ricoperta di muffa. In tutto questo scenario sconfortante – attacca Chinnici – il sindaco Orlando e l’assessore alla mobilità Catania sembrano indossare le vesti del divino Otelma dove annunciano svolte epocali, mentre di fatto c’è solo fumo. E’ oltre un anno che annunciano a parole l’imminente arrivo del contratto d’esercizio Amat e questo è il risultato della manca di pianificazione”. “Infine – conclude l’esponente dem – la spinosa questione sulla Ztl, che non prevede alcun beneficio per residenti e auto ecologiche; ancora in alto mare il biglietto integrato Amat-Trenitalia come anche la riorganizzazione delle linee bus in città”. “Dall’altra parte – aggiunge Miceli – è irresponsabile la proposta del centrodestra di indire un bando per l’affidamento della rete tranviaria ad una nuova società, col rischio di aumentare ulteriormente i disagi alla cittadinanza”.
“Il completamento dei lavori del tram è una bella notizia per Palermo: finalmente, dopo anni di cantieri, strade interrotte e inefficienze amministrative, ci avviciniamo alle grandi città europee in termini di mobilità”. Lo dicono Antonio Rubino (responsabile organizzazione Pd Sicilia), Franco Gervasi (vice segretario provinciale Pd Palermo) e Rosario Filoramo (capogruppo Pd al comune di Palermo). “All’entusiasmo – aggiungono – si contrappone però la preoccupazione per il balletto che si sta avviando attorno al contratto di servizio, che rischia di fare girare il tram a vuoto ancora per parecchi mesi”. “Ribadiamo la nostra contrarietà al collegamento fra il tram e la tassa Ztl – aggiungono Rubino, Gervasi e Filoramo – l’amministrazione ed il Consiglio comunale si diano una mossa, la smettano di recitare più parti in commedia e pongano in essere, velocemente, tutti gli atti necessari a far ‘partire il tram’: i palermitani non ne possono più di veder ferma un’opera che è già costata alla città enormi sacrifici”.
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20 Novembre 2015, 15:02