La partita decisiva| adesso si gioca nel Pd

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04 Febbraio 2012, 08:49

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Il complicato risiko in vista delle amministrative palermitane è entrato nella fase 2. Che difficilmente sarà quella risolutiva. L’intricata partita è arrivata a un primo punto di svolta, con il tavolo del centrosinistra che ha battezzato le primarie e sancito l’ostracismo verso i “complici” di Cammarata.

Un esito, sottoscritto da Giuseppe Lupo, forte del cappello di Bersani che fin qui ha benedetto le mosse del segretario siciliano, che non è stato gradito dai filolombardiani del Pd. L’area Lumia-Cracolici e quella degli ex margheritini di Innovazioni hanno chiesto di riunire gli organi del partito e promettono battaglia. Perché, come dall’esterno ha sintetizzato ieri il leader dell’Udc Gianpiero D’Alia, “il Pd non può essere partito di lotta e di governo che alla Regione governa con Lombardo e a Palermo sputa sul governo Lombardo”.

È tutta lì la partita decisiva nello scacchiere palermitano. Perché tutti gli altri passaggi dipendono dall’esito dello scontro interno nel Pd. È quella la principale posta in gioco nella sfida, confusa e logorante, che precede questa tornata di amministrative. Tra i centristi, c’è ancora chi scommette sullo strappo dell’area filogovernativa dei democratici, per costruire con loro, insieme al Terzo polo e a pezzi di vecchio centrodestra, Miccichè in primis, una larghissima coalizione dal sapore “montiano” che faccia di Palermo un laboratorio politico nazionale.

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In quel tipo di scenario potrebbe concretizzarsi la candidatura del professore Gianni Puglisi, per ora in naftalina. O magari, potrebbero schizzare le quotazioni del giovane cattolico Fabrizio Ferrandelli, che piace a Cracolici e Lumia, non dispiace ai vertici dell’Udc e riscuote anche simpatie negli ambienti ecclesiastici dove invece Puglisi si dice non goda di grande fortuna.

Tutto dipende da cosa accadrà in casa centrosinistra da qui al 4 marzo. Leoluca Orlando resterà in corsa o si ritirerà? Rita Borsellino incasserà un successo o una batosta alle primarie? Lupo verrà disarcionato o alla fine prevarrà un senso di unità tra i democratici? Nessuno può dirlo e per questo da qui al 4 marzo è difficile aspettarsi una definizione del quadro anche in casa Terzo polo e centrodestra.

Sì, perché lo stesso Pdl, che ha fissato le primarie per il 18 marzo, sta a guardare. Se alla fine nel centrosinistra prevalesse la foto di Vasto e lo schema del vecchio Ulivo, il Terzo polo, con tutte le difficoltà del caso, potrebbe riprendere a parlare con Alfano. E ritirare fuori dal cilindro la candidatura più forte e dotata di chance di vittoria, quella di Roberto Lagalla. Sempre che il rettore in un mese riesca a far sbiadire l’immagine, inopportuna, di candidato del Pdl che volente o nolente gli si è cucita addosso, per assurgere al ruolo di Monti nostrano, leader di uno schieramento di salute pubblica.

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04 Febbraio 2012, 08:49

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