12 Gennaio 2017, 16:43
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PALERMO – Scongiurato, almeno per il momento, il rischio di razionamento dell’acqua a Palermo. Lo stop al provvedimento è certo almeno per le prossime due settimane. Il rinvio dell’eventuale varo del razionamento delle risorse idriche è stato concordato da Regione e Comune, in concerto con i tecnici dell’osservatorio regionale delle acque, proprio nelle ultime ore a margine di una riunione all’assessorato all’Energia. Lo stop è arrivato grazie alle precipitazioni delle ultime settimane e alle novità in merito all’acquedotto di Scillato che verrà parzialmente riattivato.
L’erogazione a giorni alterni, che doveva partire lo scorso 3 gennaio, è stata annullata già per la seconda volta proprio grazie all’arrivo delle precipitazioni di questo inizio di gennaio. Ad allontanare ulteriormente la minaccia del razionamento dell’acqua nel capoluogo ci ha pensato anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando che giovedì scorso ha annunciato che “l’Amap realizzerà una condotta temporanea di circa 1,8 chilometri dall’acquedotto di Scillato”, da anni inutilizzato per la mancata rimessa in sesto dopo una serie di frane“.I lavori, stimati per un importo di un milione e 300mila euro, partiranno nelle prossime settimane e permetteranno, prima dell’estate, di riattivare il collegamento idrico con la città di Palermo, garantendo un’erogazione di circa 500 litri d’acqua al secondo.
Intanto però le piogge e la neve degli ultimi giorni in che modo e in che misura hanno risolto l’emergenza idrica? “Il problema della carenza di risorse idriche non è stato risolto in via definitiva – spiega Francesco Greco, dirigente dell’osservatorio regionale delle acque -. E’ fuor di dubbio però che le ultime precipitazioni consentono alle nostre riserve di prendere fiato. Parliamo di circa venti millimetri d’acqua che andranno ad assorbire le necessità della città nel breve periodo. Il livello negli invasi resterà costante grazie a queste piogge. Inoltre – ha spiegato il dirigente – quest’acqua saturerà i terreni ormai aridi intorno agli invasi, agevolando lo scorrimento dell’acqua piovana verso le dighe, un aspetto fondamentale nella gestione ottimale dell’acqua recuperabile dalle precipitazioni”.
Anche la neve caduta porterà un innalzamento dei livelli d’acqua, soprattutto nelle dighe di Scansano Rossella e Piana degli Albanesi: “I benefici – ha precisato Greco – li registreremo però solo quando le temperature si alzeranno e la neve si scioglierà”. Insomma, il maltempo consente ai palermitani di tirare un momentaneo sospiro di sollievo, anche se l’emergenza idrica sembra tutto fuorché rientrata. Proprio per questo, quella appna finita è stata una settimana di incontri e tavoli tecnici per cercare di mettere un punto una strategia di interventi e decidere sull’avvio o meno dell’erogazione dell’acqua a giorni alterni, sugli improcrastinabili interventi di ripristino dell’indotto di Scillato e sulla gestione di quelle in uso.
Per fare un piccolo riepilogo, l’acqua in città arriva grazie a tre principali linee acquifere: da Est, dall’invaso Rosamarina di Caccamo, da Ovest, grazie alla diga Poma di Partinico e da Sud con le dighe di Misilmeri, Piana degli albanesi e da alcuni pozzi, quindi acque di falda che risentono moltissimo della scarsità di piogge. In questo quadro non va dimenticato che la diga Rosamarina è in forte crisi: non solo perché ha dovuto sopperire al quasi totale prosciugamento di quella di Scanzano Rossella, ma anche perché lo scorso luglio è stata parzialmente svuotata per motivi di sicurezza, l’operazione è costata all’invaso palermitano ben 34 milioni di metri cubi d’acqua. Una perdita mai recuperata per le scarse piogge autunnali. E poi ancora l’imbarazzante caso dell’acquedotto di Scillato, che in teoria dovrebbe portare acqua sempre alla linea acquifera Est insieme a Rosamarina, ma è fuori gioco da anni a causa di diverse frane. In questo quadro preoccupante fa paura a tecnici e dirigenti la mancanza di altre strutture o riserve da utilizzare.
“Abbiamo ancora molto di cui discutere – ha dichiarato Francesco Greco -. Bisogna considerare che l’acqua di questi invasi non viene utilizzata solo per il fabbisogno dei cittadini, ma anche per uso agricolo. In ogni caso rimango ottimista, penso che al momento possiamo ritenere scongiurata la minaccia dell’erogazione dell’acqua a giorni alterni”.
“La Regione continuerà a monitorare la situazione e farà il punto tra 15 giorni con i gestori – ha detto l’assessore regionale Vania Contrafatto -. Per quanto riguarda Palermo, l’aumento di 1,5 milioni di litri d’acqua allo Scanzano consente a Rosamarina di poter rispondere alle necessità degli agricoltori. Inoltre l’Amap, su nostra richiesta, si è detta disponibile a effettuare in due mesi un intervento tampone per la riattivazione dell’acquedotto di Scillato e, nel frattempo, si accelereranno le procedure per l’approvazione del progetto che consentirà di realizzare l’intervento finanziato con le somme del Patto per la Sicilia che dovrebbe risolvere definitivamente il problema. Si allontana così l’ipotesi di una turnazione idrica, che speriamo di poter scongiurare del tutto in futuro”.
“Siamo soddisfatti del fatto che di fronte ad una situazione certamente delicata anche se non grave come quella che già si sta affrontando in altre realtà dell’isola – afferma il Sindaco Leoluca Orlando – vi sia da parte di tutti i soggetti coinvolti una grande attenzione e spirito di collaborazione”.
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12 Gennaio 2017, 16:43