19 Ottobre 2014, 08:08
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In questa martoriata Sicilia, forse posseduta da qualche demone sfuggito alla sovranità divina, più realisticamente nelle mani di potenti di cattiva volontà, anche la speranza, virtù teologale ridotta a suggestione ingannatrice o a sentimento consolatore, muore ogni giorno massacrata sotto i colpi implacabili di una classe politica senza rossore, assolutamente sorda ad ogni richiamo alla responsabilità e al doveroso assolvimento degli impegni assunti nei confronti della collettività. Già, la collettività, donne e uomini in carne e ossa, famiglie in difficoltà, imprenditori in affanno, lavoratori a rischio, disoccupati a secco di lacrime, giovani, anche di grande talento, costretti a emigrare, un popolo sofferente che non riconosce più nella politica e nelle istituzioni un riferimento credibile cui affidare le proprie sorti e quelle delle future generazioni.
Ormai siamo al delirio puro, sembra che i gravissimi problemi della Sicilia ruotino intorno alla elezione di un vice presidente dell’Assemblea regionale e alle mozioni di sfiducia nei confronti di due assessori. Eventi di alcuna importanza nel contesto drammatico in cui ci ritroviamo, con un buco finanziario spaventoso e con dati economici che getterebbero nell’angoscia qualunque persona dotata di retta coscienza. Eventi che slittano di giorno in giorno per prendere tempo, a tempo ampiamente scaduto, per consentire misteriose trattative consumate, insieme a succulente pietanze, in questo o in quel ristorante rinomato il cui conto salato, alla fine, lo pagano i siciliani allo stremo. La conseguenza è un parlamento irresponsabilmente e scandalosamente bloccato. Si susseguono conciliaboli, colloqui, summit di una maggioranza svanita, vertici di corrente e finanche di sottocorrenti che puzzano di vecchia politica ributtante.
Tra pochi giorni, salvo ulteriori rinvii, si discuteranno all’Ars le mozioni di sfiducia nei confronti di alcuni assessori di Rosario Crocetta. Sarebbe veramente rassicurante se la soluzione all’incapacità di perseguire il bene comune, di governare e di legiferare, stesse tutta lì, nel licenziare qualche collaboratore del governatore ritenuto, a torto o a ragione, incapace o arruffone. Non ci pare, però, che il dibattito incandescente degli ultimi mesi si sia limitato a contestazioni personali, ma all’intero governo, con critiche trasversali pesantissime. Chiediamo allora, se le censure sono rivolte principalmente al presidente della Regione che senso avrebbe l’eventuale approvazione di mozioni parziali di sfiducia lasciando in vita l’esecutivo?
Una commedia, recitata da tanti attori, la casta, su un palco costruito al sicuro per poveri spettatori, i cittadini, invece seduti sull’orlo di un precipizio. Solo uno dei tanti passaggi di una permanente contrattazione sotto traccia per i soliti giochi di posizionamento nella sconfinata mappa del potere siciliano. Nel frattempo, perchè i copioni si frappongono in un osceno gusto per la finzione, assistiamo ai primi lampi e tuoni di una campagna elettorale che si vuol fare credere imminente. Dichiarazioni di fuoco di esponenti politici che vorrebbero lasciare intendere che siamo giunti al capolinea, che presto si tornerà a votare. Teatro, è solo tragico teatro mentre la Sicilia, nuda e disperata, corre velocemente verso il punto di non ritorno.
Abbiamo chiesto, quanti dei numerosi accusatori del governo regionale voteranno la mozione di sfiducia al presidente Crocetta? Non è pervenuta risposta, c’è babbìo, annacamento. La riformuliamo a tutti gli inquilini di Sala d’Ercole, lo facciamo in nome dell’amore per la buona politica e della chiarezza nei confronti dei cittadini. Voterete voi deputati che avete definito inadeguato questo governo regionale la mozione per sfiduciare il presidente della Regione? Sarete coerentemente consequenziali? In caso contrario, smettetela di usare parole vuote che rimbombano tra le macerie e riconoscete onestamente il vostro fallimento. La misura è colma.
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19 Ottobre 2014, 08:08