06 Luglio 2009, 12:21
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Gli agenti della Squadra Mobile di Palermo hanno sventato una rapina progettata ai danni di un ufficio postale di Capaci (PA) e arrestato tre uomini accusati di essere gli autori delle rapine messe a segno il sei novembre 2008 ai danni dell’ufficio postale di Largo Pozzillo e il tre febbraio all’ufficio postale di via Abete Meli a Capaci. In manette sono finiti: Marcello D’India, pregiudicato di 54 anni; Luciano Forestieri, 22 anni; Giuseppe Pernice, pregiudicato di 28 anni.
Nelle abitazioni dei fermati sono state trovate anche delle false divise della Polizia, da usare per un prossimo assalto.
Particolarmente cruenti le modalità di esecuzione delle due rapine contestate.
Lo scorso 6 novembre un impiegato della ditta che per conto delle Poste cura la raccolta della corrispondenza, mentre si trovava nei pressi della succursale, è stato bloccato da due persone che lo hanno spinto all’interno di un’auto a bordo della quale c’erano altri due malviventi. L’uomo è stato incappucciato e fatto stendere sul sedile posteriore dell’auto. Un complice è rimasto fuori dall’agenzia, mentre un altro rapinatore ha prelevato dal furgone del dipendente una scatola marcata Poste Italiane e, fingendosi un fattorino, è entrato nell’ufficio postale perché scambiato per un addetto. Appena dentro il malvivente ha estratto una pistola e ha minacciato la direttrice ordinandole di aprire la cassaforte. Visto che l’apertura era temporizzata, si é fatto aprire le varie casse, riuscendo a portar via circa 10.000 euro.
Nella rapina messa a segno a febbraio, invece, un dipendente è stato bloccato mentre andava a lavoro e costretto a dirigersi verso l’Ufficio Postale. L’impiegato è stato poi trasferito su un’altra auto e costretto a legarsi attorno alla vita una cintura composta da finti candelotti di dinamite collegati a fili elettrici. Successivamente l’auto si è diretta verso l’ufficio postale ed il dipendente è stato costretto a suonare il campanello per consentire l’irruzione dei malviventi. Uno di loro ha minacciato la direttrice con una pistola e l’ha trascinata nella sala-casse, razziando tutto il denaro possibile, mentre il complice è rimasto a “guardia” dei rimanenti impiegati. Dopo aver prelevato quasi 53.000 euro, hanno liberato l’impiegato dalla cintura di falso esplosivo e sono fuggiti.
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06 Luglio 2009, 12:21