07 Ottobre 2014, 15:15
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CATANIA- Judica appalti, il colosso del movimento terra della famiglia Basilotta, entra a pieno titolo nella white list, lo strumento di lotta alla mafia e prevenzione della corruzione gestito dalla Prefettura di Catania.
Abbiamo scovato il nome della Judica appalti tra le imprese selezionate dalla Prefettura per rappresentare, attraverso l’inserimento nella “white list”, il fior fiore dell’imprenditoria etnea, simbolo del contrasto alla mafia.
L’azienda vede, dal 31 luglio del 2013, come amministratore unico e rappresentante dell’impresa, Luigi Agatino Basilotta, fratello di Vincenzo, il re del movimento terra arrestato nel 2005, condannato in primo grado per associazione mafiosa, in appello per concorso esterno e adesso in attesa della celebrazione del nuovo appello, come ha disposto la Cassazione.
A Catania quello dei Basilotta è un cognome importante ed è proprio la sentenza del processo a carico di Raffaele Lombardo, a indicare come centrale l’impegno dell’ex presidente della Regione per sbloccare i lavori di costruzione del centro commerciale Icom, il cui movimento terra veniva eseguito proprio dalla Incoter Spa dei Basilotta. Nomi e tempi sono importanti.
Gli accertamenti del Ros hanno confermato che la Fratelli Basilotta Spa nel 2009 aveva assunto la denominazione sociale di Incoter Spa, che vedeva tra i propri soci, scrive il Ros, Salvatore Basilotta (figlio di Vincenzo) e i fratelli di Vincenzo, Luigi Agatino e Giuseppe.
Luigi Agatino e Giuseppe sono anche i soci al 50% della Judica Appalti, l’azienda della “white list”, mentre una quota è confiscata e gestita dall’amministratore giudiziario Natale Costanzo.
Del resto, era stato proprio Vincenzo Basilotta in persona, intervistato dal mensile “S” a confermare di aver avuto il controllo della Incoter, nella quale comparivano formalmente soltanto i fratelli, trasportando il materiale estratto nel cantiere del Pigno fino alla casa di Lombardo. “Ci ha dato 90mila euro”, disse Basilotta ai nostri microfoni.
Luigi Agatino Basilotta, non è stato indagato dalla Procura, e adesso appare in una doppia veste: quella di amministratore unico, rappresentante dell’impresa e socio di un’azienda di famiglia che entra nella “white list”, e quella di socio della stessa impresa che è servita a inchiodare per mafia Raffaele Lombardo, visto che la Incoter sarebbe stata sotto il controllo diretto di Vincenzo Basilotta .
Ma non basta, se la Dia ha ottenuto la confisca di parte delle quote intestate a Luigi Agatino Basilotta, perché sarebbero state amministrate di fatto dal fratello Vincenzo, per la Prefettura di Catania Luigi Agatino ha tutte le carte in regola per amministrare un’azienda simbolo della lotta alla mafia.
Abbiamo provato a contattare più volte la Judica Appalti, ma l’amministratore Luigi Agatino Basilotta al momento non può rispondere.
Sarebbe “tutto regolare”. La responsabile della “white list”, Cettina Pennisi, conferma a LivesiciliaCatania che sono stati rispettati tutti i parametri indicati dalla legge e per questo il rapporto di parentela tra i due fratelli sarebbe “irrilevante”, soprattutto ai fini del contrasto delle infiltrazioni mafiose.
A pieno titolo, quindi, il fratello di Vincenzo Basilotta è promosso come amministratore di un’azienda che sarebbe pulita. Potrà rappresentare il meglio dell’imprenditoria catanese, e questa dovrebbe essere una buona notizia. O no?
AGGIORNAMENTO 10 OTTOBRE 2014 La Prefettura ha eliminato la Judica Appalti dalla white list LEGGI
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07 Ottobre 2014, 15:15