Arata sentito per 3 ore dai pm | L’interrogatorio è stato secretato

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07 Maggio 2019, 17:00

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ROMA – L’imprenditore Paolo Arata di fronte ai pm in un interrogatorio durato quasi tre ore, il cui verbale è stato secretato. E il sottosegretario Armando Siri si appresta a fare lo stesso nelle prossime ore. I magistrati scrivono un nuovo capitolo nell’inchiesta che vede indagati per corruzione l’ex parlamentare genovese e l’esponente della Lega, sul quale si indaga a Roma per una “promessa o dazione” di 30mila euro in cambio di una “sponsorizzazione” per l’inserimento di emendamenti per incentivi per il cosiddetto mini-eolico. Nel corso del confronto è presumibile che gli inquirenti abbiano chiesto chiarimenti soprattutto sulla lunga intercettazione ambientale, presente in una informativa della Dia di Trapani, in cui l’imprenditore parlando con il figlio, nel settembre scorso, tira in ballo il sottosegretario alle Infrastrutture. “Abbiamo reso dichiarazioni sulla vicenda che chiama in causa il mio assistito: ha fornito la sua versione dei fatti. L’interrogatorio è stato secretato per cui non è possibile riferirne alcun contenuto”, spiega Gaetano Scalise, legale di Arata, al termine dell’interrogatorio che si è svolto negli uffici della Procura Generale di Roma, in piazza Adriana, davanti al pm Mario Palazzi. Adesso la palla passa al sottosegretario, che a breve comparirà davanti ai magistrati di piazzale Clodio per una serie di dichiarazioni spontanee. Ma non solo. “Il mio assistito non si sottrarrà al confronto con i pm – spiega il difensore Fabio Pinelli – risponderà ad eventuali richieste di chiarimenti”. Siri metterà a disposizione dei pubblici ministeri anche un’ampia memoria difensiva per rappresentare, in modo esaustivo e documentale, i rapporti con Arata. Nel decreto di perquisizione del 18 aprile scorso i magistrati romani, definiscono come “stabile” l’accordo tra “il corruttore Arata ed il sottosegretario (di cui Arata e’ stato anche sponsor per la nomina proprio in ragione delle relazioni intrattenute), costantemente impegnato – attraverso la sua azione diretta nella qualita’ di alto rappresentate del Governo ed ascoltato membro della maggioranza parlamentare – nel promuovere provvedimenti regolamentari o legislativi che contengano norme ad hoc a favorire gli interessi economici di Arta”. Per l’accusa Siri nella sua “duplice veste di senatore della Repubblica e sottosegretario alle Infrastrutture” nella “qualita’ di pubblico ufficiale” avrebbe asservito “le sue funzioni e i suoi poteri ad interessi privati”. Una azione, per i magistrati della Capitale, messa in atto “tra l’altro proponendo e concordando con gli organi apicali – si afferma nel decreto – dei ministeri competenti per materia (Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, Ministero dello Sviluppo economico, Ministero dell’Ambiente) l’inserimento in provvedimenti normativi di competenza governativa di rango regolamentare (Decreto interministeriale in materia di incentivazione dell’energia elettrica da fonte rinnovabile) e di iniziativa governativa di rango legislativo (legge Mille proroghe, legge di Stabilita’, legge di Semplificazione) ovvero proponendo emendamenti contenenti disposizioni in materia di incentivi per il cosiddetto ‘mini-eolico’”. Per Siri quella di Roma non è l’unica grana giudiziaria. Negli ultimi giorni la Procura di Milano ha aperto un fascicolo conoscitivo, cioè senza ipotesi di reato né indagati, sulla vicenda della compravendita di una palazzina a Bresso, comune ai bordi della Brianza, per la figlia, realizzata accendendo un mutuo di circa 600mila euro presso la Banca Agricola Commerciale di San Marino. Un mutuo ottenuto senza garanzie.

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“Abbiamo reso dichiarazioni sulla vicenda che chiama in causa il mio assistito: ha fornito la sua versione dei fatti. L’interrogatorio è stato secretato per cui non è possibile riferirne alcun contenuto”. Lo afferma l’avvocato Gaetano Scalise, al termine dell’interrogatorio dell’imprenditore Paolo Arata

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07 Maggio 2019, 17:00

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