La prima volta di capitan Dybala | Poi c’è Sorrentino, salvo novità

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03 Maggio 2015, 08:30

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PALERMO – La bella favola di un campione scambiato per un limone acerbo, nella terra dell’agrume, e adesso pronto a chiudere una parentesi iniziata male eppure avviata verso una dolce conclusione. Al Mapei Stadium di Reggio Emilia, complici le assenze di Sorrentino e Andelkovic, è toccato a Paulo Dybala indossare la fascia di capitano. La degna, e tutto sommato naturale, tappa finale di un processo di rinascita, crescita e consacrazione intrapreso all’”Ezio Scida” di Crotone il 29 dicembre 2013, quando l’argentino, reduce da un fastidioso infortunio rimediato nel derby contro il Trapani, da perfetto rincalzo subentrò a Lafferty per appena cinque minuti di gioco.

Il primo tassello di un mosaico costruito con pazienza e coscienza da chi aveva chiara la mappa del tesoro, non necessariamente di monete, che si nascondeva dietro quei movimenti timidi e insicuri di un ragazzino appena ventenne: quel Beppe Iachini che, nella notte che conduceva verso il primo anniversario del prepotente ritorno in serie A, non ha avuto remore nel consegnare il simbolo della guida carismatica in campo a uno di quei vessilli di una condotta tecnica che ha portato il Palermo a stravincere il campionato di serie B prima e a ottenere una serena salvezza poi. In entrambi i casi con cinque turni d’anticipo rispetto alla conclusione del torneo, il primo dei quali coinciso con il pari: 1-1 col Lanciano in un “Barbera” vestito a festa lo scorso anno, 0-0 esterno contro il Sassuolo dodici mesi meno otto giorni dopo.

Un match, quest’ultimo, che non ha offerto quel contributo, per lo meno in termini di reti, che ci si poteva attendere da due formazioni oramai certe di riconfermarsi tra le protagoniste del torneo di serie A per almeno un’altra stagione. Un primo tempo equilibrato con un inizio di marca rosanero, con il folletto di Laguna Larga e il sempre più sorprendente Chochev tra i più propositivi nella metà campo emiliana, a cui ha fatto seguito un preventivabile ritorno alla carica dei padroni di casa. Nella ripresa, dopo l’iniziale fiammata degli uomini di Di Francesco e due clamorose palle gol fallite da Zaza prima e dallo stesso Dybala successivamente, ci si è resi conto che il pari non sarebbe stato risultato disdegnato da nessuna delle due contendenti.

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Da registrare la ricomparsa dall’inizio di Ujkani e Terzi, due pedine che in questa avventura da cavallo di ritorno in massima serie il campo lo avevano visto con il contagocce. Questo ruolo da portiere da trasferta consegnato nelle mani dello spesso criticato guardapali albanese alimenta, indirettamente, quei primi schizzi di una tela che dipingerebbe un futuro lontano da Palermo per Sorrentino. Uno scenario che non sembra trovare proseliti nel cuore del tifo a tinte rosanero. Magari solo sussurri, da mettere nel conto di un finale di campionato che strizza l’occhio ai movimenti di mercato della prossima stagione.

Il presente, tuttavia, è ancora da vivere. Il brodino spolverato di parmigiano non allontana più di tanto l’obiettivo dei 50 punti, a patto che tra sette giorni contro l’Atalanta si riassapori la gioia della conquista dell’intera posta in palio. Per poi giocarsi tutto nel trittico di gare contro Cagliari, Fiorentina e Roma. Magari con un Dybala confermato capitano sino al termine del torneo. Prima di riconsegnare nelle mani di Sorrentino la fascia da guida in campo di un’altra pagina di un diario chiuso con il nastro rosa.

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03 Maggio 2015, 08:30

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