30 Gennaio 2013, 18:34
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RIPOSTO – Sarebbero numerose le irregolarità emerse, nel corso delle indagini svolte dalla Guardia di Finanza di Riposto e coordinate dalla Procura di Catania, sull’affidamento del servizio di sosta a pagamento nel comune marinaro, alla cooperativa “Porto dell’Etna”. Il primo atto illegittimo, secondo l’accusa, sarebbe l’ordinanza sindacale, la numero 79 del 15 settembre 2008, a firma del primo cittadino Carmelo Spitaleri, con la quale sono state istituite le strisce blu sul territorio comunale. Un provvedimento adottato, si legge nell’ordinanza del Gip Giovanni Cariolo, “senza la necessaria previa delibera della Giunta”. Quell’ordinanza avrebbe avviato l’iter che ha poi portato all’ affidamento diretto del servizio alla cooperativa, oggi sotto sequestro. Ma il primo cittadino, intervistato ieri da LiveSiciliaCatania, aveva difeso il proprio operato, affermando che, a differenza del resto d’Italia, in Sicilia la legge attribuisce al sindaco l’esclusiva competenza. Non sarebbe così secondo l’accusa.
A carico di Spitaleri, per il quale la Procura aveva chiesto la sospensione dall’esercizio del proprio ufficio, rigettata dal Gip perché la misura non è applicabile agli uffici elettivi ricoperti per diretta investitura, ci sarebbero comunque gravi indizi di colpevolezza. Tra gli elementi che desterebbero sospetto, lo spazio temporale intercorso tra l’adozione dell’ordinanza istitutiva delle strisce blu e l’istituzione della società cooperativa “Porto dell’Etna”, che risulterebbe iscritta nel registro delle imprese appena due settimane dopo. Ma sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti ci sarebbe anche il rapporto personale del sindaco con il pregiudicato Mario Di Bella, suo paziente nello studio medico, e ritenuto dall’accusa il gestore di fatto della cooperativa. Il primo cittadino, infine, non sarebbe intervenuto, come avrebbe dovuto, per evitare il compimento di atti illegali, tra i quali l’affidamento diretto del servizio, nonostante, secondo la Procura, fosse costantemente informato sulle vicende che riguardavano la sosta a pagamento.
Il suo coinvolgimento sarebbe confermato dalle dichiarazioni rilasciate al Pubblico Ministero dal comandante della Polizia Municipale, Giuseppe Ucciardello, anch’egli indagato per gli stessi reati, e dalle lettere che si inviavano Mario Di Bella, detenuto in carcere per usura, e la moglie Emanuela Triolo. In una di queste, datata 3 giugno 2011, la donna scriveva: “L’altro giorno a colloquio ho scordato di dirti x le gare delle strisce e neanche lo scritto dopo. Allora, Salvo (Salvatore Tropea, legale rappresentante della cooperativa “Porto dell’Etna”) ha detto che a farla non ci arrivano come avevano detto, quindi ora o il comandante o il sindaco devono fare una carta di proroga, solo che ancora non si mettono d’accordo x farla, infatti Salvo deve parlare con entrambi”. Nella stessa lettera la donna aggiungeva: “Salvo ha detto che ci fanno la proroga di un mese forse per la gara, ma non è sicuro xchè neanche loro lo sanno”. Cinque giorni dopo, alla cooperativa fu concessa l’ultima proroga di 45 giorni, con determina firmata dal Comandante Ucciardello.
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30 Gennaio 2013, 18:34