08 Giugno 2016, 21:00
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TRAPANI – Undici Serse Cosmi? “Non vinceremmo”. Il “Provinciale” dodicesimo uomo? “Il pubblico non fa gol”. Trapani e il Trapani si giocano la storia in novanta (o centoventi) minuti, ma il suo condottiero non vuol perdersi in frasi fatte. Bisogna vincere e farlo con almeno due gol di scarto, per ribaltare la sconfitta di Pescara e regalare a Trapani la prima promozione in Serie A. Un grande potere, quello che Serse Cosmi detiene nelle sue mani, con grandi responsabilità da affrontare: “In queste partite c’è tutto: pressione, ansia, un pizzico di insicurezza. Un turbine di emozioni e sentimenti che ti fanno capire l’importanza della partita. Dopo Pescara c’è la consapevolezza dello svantaggio e di conseguenza ci stiamo adoperando a livello psicologico per ribaltare questa situazione”. Anche perché, al di là del risultato, Cosmi ha qualcosa di buono da prendere dalla sfida d’andata: “La partita è stata raccontata come se si fosse giocata in parità numerica, invece c’è mancato il giocatore più rappresentativo e più in forma per settanta minuti”.
La fine della striscia positiva rischia di coincidere con la fine del sogno, ma Cosmi non accetta questa disamina. Il disappunto di tutto l’ambiente, però, resta palpabile: “Un po’ di delusione c’era, perché non perdevamo dal 14 febbraio. Era pieno inverno, era freddo. Ora qualcuno dirà che abbiamo perso nel momento sbagliato, ma a prescindere si accetta una sconfitta con delusione dopo tanto tempo. Non c’è comunque tempo per recriminare, bisogna solo resettare e capire come abbiamo perso, per ribaltare il risultato. La delusione c’è e non solo nei calciatori”. Una delusione che è stata smaltita in fretta da Bruno Petkovic, palesemente alterato in panchina a Pescara, ma “perdonato” dal tecnico. Per il croato si attende solo il consueto bollettino sulle condizioni fisiche: “Aspettiamo fino alla mattina della gara per capire quanto è in grado di sopportare il dolore, che gli impedisce di caricare. Dopo Bari non s’è quasi mai allenato ed è chiaro che la condizione non può essere ottimale. Vedremo domani, il Petkovic di Pescara sarebbe assurdo da ripresentare”.
Con o senza Petkovic, il Trapani ha il dovere di crederci. D’altronde, lo stesso Cosmi s’è congedato da Pescara con un eloquente arrivederci al Provinciale. Non un guanto di sfida, ma una speranza di poter ribaltare tutto: “Chissà, il calcio può dare delle sorprese. Non c’era nulla di diverso dalla speranza di vedere un’altra partita, magari più divertente, contro una squadra sicuramente forte. Anche quando ce la giochiamo alla pari”. Per farcela bisognerà cambiare qualcosa nell’assetto tattico: “Qualche accorgimento ci sarà. Bisognerà rischiare qualcosa in più, ma in maniera intelligente. Saranno determinanti gli episodi e il modo in cui verranno cercati. In questi playoff abbiamo avuto un episodio a favore, a La Spezia, e uno sfortunato a Pescara. Bisogna saper leggere i momenti e il Pescara, al di là dell’espulsione di Scozzarella, mi è sembrato più pronto. Sono stati più bravi di noi. Spero che la lezione ci sia servita”.
Difficile, invece, che sia il Pescara a cambiare impostazione di gioco. Troppo tecnica la squadra di Oddo per darsi al catenaccio e al mantenimento del vantaggio ottenuto in casa: “Hanno un’identità ben precisa – taglia corto Cosmi – non credo. Verranno a giocarsela senza improvvisare qualcosa di diverso”. Da Pescara, inoltre, è arrivata una sorta di maniavantismo su quella che sarà l’accoglienza dei trapanesi. Stereotipi e falsità che Cosmi smentisce mettendoci la faccia: “Non do alcun valore a quel che si dice prima. Secondo me non fa altro che accendere di più una partita importantissima. Sanno, o almeno credo che sappiano cosa è Trapani, cosa è sempre stata storicamente e calcisticamente Trapani. Da questo punto di vista possono solo essere tranquilli e la stessa cosa vale per noi. Questo clima da “Benvenuti al sud” mi fa sorridere”. Semmai per i novanta minuti del match ci sarà da aspettarsi un clima infuocato: “Gli ottomila di questo stadio valgono i trentacinque mila di altri stadi – prosegue il tecnico – ma ci accontentiamo”.
Faccia a faccia col destino, spinti da una città che adesso teme di doversi svegliare. Lo capisce bene, Cosmi, dall’alto della sua esperienza. Però non dimentica quanto fatto prima di quella trasferta all’Adriatico, prima dei gol di Benali e Lapadula: “Siamo arrivati terzi, anche davanti al Pescara, rimanendo imbattuti per lunghissimo tempo e senza mai aver ricevuto regali. I nostri exploit sono stati sottolineati solo a cose fatte. Abbiamo conquistato tutto da soli. Noi, staff, società, tifosi e stampa. Nessuno ci ha mai regalato niente. Siamo una realtà, non una favola, e nessuna squadra nel nostro campionato può avere un desiderio maggiore del nostro di andare in Serie A. C’è chi la vuole per gli investimenti, chi per il blasone e chi per la piazza. A noi questo obiettivo ce lo impongono i valori, quelli veri, che abbiamo messo in campo. Se non dovessimo riuscirci, l’unica cosa da fare sarà stringere la mano agli avversari”. Uno sfogo, quasi, perché Cosmi è l’uomo che più di tutti crede nel miracolo promozione: “Ho detto a luglio di voler tornare in Serie A, l’ho detto ai giocatori e lo ripeto ora: io voglio tornare in Serie A. Voglio farlo con loro”. Tutta Trapani vuole farlo con lui. Domani sera, ultima chiamata per il treno che porta all’Olimpo.
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08 Giugno 2016, 21:00