La prostituta uccisa in via Toselli | La chiave del giallo nelle tracce di sangue

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16 Dicembre 2014, 19:20

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PALERMO – Resta un giallo il delitto di Anna Maria Renna, la donna di 62 anni uccisa a coltellate nel suo appartamento di via Maggiore Toselli 87. L’autopsia effettuata oggi all’istituto di Medicina Legale del Policlinico ha confermato che l’assassino ha sferrato undici coltellate alla donna che faceva la prostituta, ma molto di più potrebbero dire i risultati degli esami tossicologici ed istologici attesi entro i prossimi sessanta giorni. Gli investigatori della Omicidi della squadra mobile, coordinati dalla Procura, continuano a scavare nella vita di Anna Maria Renna, che abitava da circa sei mesi nella casa al pianterreno che si è trasformata nella sua tomba.

Tra quelle quattro mura riceveva i suoi clienti, l’ultimo dei quali è stato rintracciato ed interrogato per diverse ore con la speranza che rivelasse qualche dettaglio utile alle indagini. Sarebbe stato utilizzato da lui preservativo trovato all’interno dell’appartamento: agli investigatori avrebbe raccontato che dopo essere andato a casa della donna ed avere consumato un rapporto, ha pagato cento euro. Poi sarebbe andato via. Si tratterebbe dell’ultimo cliente di Anna Maria Renna, con un trascorso anche lungo i viali della Favorita.

La donna aveva venduto il suo corpo agli automobilisti di passaggio, ma negli anni Novanta aveva preso un appartamento in affitto nella zona residenziale della città ed ospitava i suoi clienti in casa. In quel periodo era stata un’abitazione in via Croce Rossa ad accoglierli: proprio in seguito a questa attività e ad un annuncio su un giornale, erano partite le indagini concluse con un’accusa di favoreggiamento alla prostituzione. Nel 2005 era però stata scagionata: i suoi avvocati erano riusciti a dimostrare che non gestiva una casa d’appuntamenti.

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Una vita difficile che si è conclusa nel sangue. Lo stesso in cui la polizia ha trovato la donna sabato, quando la figlia ha lanciato l’allarme. Non riusciva a contattarla, anche il portiere dello stabile non la vedeva dal martedì precedente. Ad Anna Maria era accaduto il peggio. Qualcuno aveva inveito sul suo corpo con violenza. Ma chi ha impugnato quel coltello non ha ancora un nome e cognome e gli investigatori non sottovalutano che dietro all’omicidio possa celarsi una rapina finita male.

Anna Maria Renna aveva già subito dei furti. Ultimo, in ordine di tempo, quello che risale a soli due mesi prima della sua morte, quando un cliente extracomunitario, invece di pagarla per la prestazione sessuale, le aveva rubato dei soldi dal borsellino. Forse questa volta la 62enne potrebbe aver tentato di difendere il suo denaro con tutte le sue forze. Ma l’assassino non ha avuto pietà ed ha risposto alla sua reazione con la ferocia.

La prostituta avrebbe cercato di schivare i colpi e tracce di sangue sono state trovate in diverse zone dell’appartamento, come all’ingresso della cucina. Ma resta da chiarire se sono riconducibili soltanto alla vittima o anche al suo assassino. Quelle tracce ematiche potrebbero infatti dire molto di più, rappresentare la svolta alle indagini che procedono a ritmo serrato e sulle quali gli investigatori sono molto cauti. Chi ha impugnato l’arma del delitto probabilmente sapeva muoversi bene tra le stanze dell’appartamento, ed è possibile si fosse recato in via Toselli diverse volte. D’altronde secondo gli investigatori si tratterebbe di una persona che la donna conosceva, di fronte alla quale la 62enne non avrebbe esitato ad aprire la porta. Un gesto quotidiano che faceva parte del suo lavoro, ma che stavolta potrebbe esserle costato la vita.

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16 Dicembre 2014, 19:20

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