27 Giugno 2019, 20:58
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MARSALA (TRAPANI) – Si è concluso con un “non luogo a procedere” per tardiva presentazione della querela da parte degli amministratori giudiziari un processo che davanti al giudice monocratico di Marsala, Vito Marcello Saladino, vedeva imputati, per appropriazione indebita aggravata in concorso, l’ex deputato regionale della Dc Pino Giammarinaro, la moglie Giovanna Calistro, Antonio Maniscalco, Giuseppe Angelo, Fabrizio Chianetta, tutti di Salemi, e Antonio Inzirillo, avvocato, di Gibellina.
Secondo l’iniziale accusa, i sei imputati si sarebbero appropriati di notevoli somme (circa un milione e 240 mila euro) prelevate dalle casse di centri medici e di fisiokinesiterapia che avrebbero fatto capo a Giammarinaro, mentre gli altri erano amministratori o soci “sulla carta” e in un caso (Angelo) dipendente. L’indagine, svolta dalla pg della Finanza della Procura di Marsala, e coordinata dall’allora procuratore Alberto Di Pisa, riguardava il “Centro Emodialisi Mazarese”, di cui era amministratore unico Maniscalco, il “Ginnic Club Alicia”, a Salemi, di cui erano soci accomandatari Calistro e Chianetta, e la “Salus srl”, di cui era amministratore unico Inzirillo. Dal “C.E.M.”, a più riprese, sarebbero stati prelevati 954 mila euro, di cui 100 mila come prestito ad Angelo. Tutto ciò tra il 2008 e il 2011. Poco prima del maxi sequestro subito dall’ex deputato regionale.
Nel processo, però, l’accusa non è riuscita a provare il sospetto che Pino Giammarinaro fosse l’amministratore “di fatto” delle società e per questo motivo il pm Niccolò Volpe aveva invocato l’assoluzione per l’ex deputato regionale e per altri tre imputati: la moglie dell’ex politico salemitano, Giuseppe Angelo e Antonio Inzirillo. (ANSA)
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27 Giugno 2019, 20:58